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sabato 5 giugno 2021

Veicolare il pensiero, l'arte e la divulgazione delle idee

Voglio addentrarmi nel mondo, complesso e affascinante, artisticamente parlando, delle copertine degli album musicali, dove la contaminazione reciproca unisce i musicisti agli artisti, in particolare pittori (anche se i musicisti stessi sono artisti, almeno alcuni di loro). 

Questa copertina del 1988 è stata realizzata da Gerhard Richter e ed è parte grafica dell’album dei Sonic Youth “Daydrimen Nation”.

Il gruppo newyorkese icona di un rock “noise” legato prevalentemente al rock sperimentale ha regalato parecchie “perle” con le copertine dei propri lavori.

I componenti del gruppo erano a loro volta pittori, poeti, scrittori e fotografi, la collaborazione con Richter sembra quasi naturale.

La copertina in questione propone una limitata scala cromatica cosi come è limitata la varietà di particolari, sfondo anonimo, quasi in dissolvenza e una candela accesa.

L’opera originale di Richter nasce cinque anni prima con il semplice titolo di “Candela”, nell’album viene riproposta senza alcun cambiamento, solo l’aggiunta del titolo dell’album stesso e il nome del gruppo.

Concettualmente però possiamo andare più in profondità, dobbiamo innanzitutto prendere in considerazione la “spinta” politicizzata del gruppo, il titolo correlato all’orientamento politico e dunque dare un’interpretazione alla fiamma che lambisce la parola “Nation”.

Siamo alla fine degli anni ottanta, gli Stati Uniti si dividono in due schieramenti, pro e contro Ronald Reagan, il gruppo in questione è contro.

Seguendo il pensiero dei membri del gruppo quest’opera auspica la fine dell’era reaganiana, secondo i componenti del gruppo si avvicina il giorno in cui si sogna qualcosa di diametralmente differente, un barlume di speranza, la fievole fiamma della candela che illumina la nazione, ed è proprio quel particolare a dirci quale è il messaggio dei Sonic Youth.

Naturalmente non è di politica che volevo parlare ma della “potenza” dell’arte nel veicolare il pensiero che ognuno è libero di esprimere.

Richter da vita ad un’opera apparentemente “semplice” ma che al contempo apre a mille sfumature, infatti bastano poche parole per modificarne il senso, il resto lo fa il concetto che sta dietro ad un lavoro, conoscendone la “storia” anche la nostra interpretazione prende un’altra strada.



4 commenti:

  1. Cavolo non conoscevo proprio questo gruppo rock.
    Sono andata ad ascoltare "Candle", fantastica la parte iniziale con la chitarra, wow!
    Comunque sì, molte copertine sono state ideate da grandi artisti ed è molto bello vedere come collaborino tra loro le varie forme artistiche.
    Molto interessante quello che ciò che hai scritto. Ti ringrazio tantissimo, mi piace scoprire cose nuove. Un forte abbraccio, ciao. Buona Domenica!

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    1. Ciao Pia, ammetto che i Sonic Youth non sono tra i miei preferiti, il loro sound ricorda e riporta al punk, genere che fatico a comprendere fino in fondo.
      Sono particolarmente attratto (in questo periodo) dalle copertone ed essendo un grande estimatore di Richter l'incontro con questo album è stata una naturale conseguenza.
      Se aggiungiamo il "concetto" come forma d'arte il cerchio si chiude.
      Mi fa sempre piacere dare la possibilità di scoprire cose nuove, se poi sono gradite...
      I nostri post del sabato sono stati uno scambio di novità, ogni nuova scoperta è un nuovo mondo che facciamo nostro.
      Grazie a te, buona serata.

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  2. Altra bella riflessione, ed è cosa buona, secondo me, quando un'opera è apparentemente semplice e quindi apprezzabile da chiunque già dal primo impatto ma "nasconde" ben di più, per la gioia di chi avrà voglia di lasciarsi incuriosire più profondamente.

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    1. Grazie Anna, hai ragione, la gioia di lasciarsi incuriosire, spesso ci si limita al primo sguardo per spostare l'attenzione altrove ma la cosa più affascinante è la ricerca della profondità, è li che si nasconde l'essenza delle cose.

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