Leonardo
Piccioni, noto critico, in un suo scritto ci pone un quesito che, anche se non
si tratta di una questione fondamentale, ci spinge ad alcune interessanti
riflessioni:
“Ci
sono miti o vere presenze, in quegli anni, legati a sorti tanto brevi di vita:
Apollinaire, Boccioni, Gris […] cosa sarebbe stato di loro se avessero potuto
seguire la ricerca della maturità e della vecchiezza? […] nel gioco di queste
ipotesi assurde quale mito sarebbe nato se de Chirico avesse smesso di
dipingere al tempo dei Bagni segreti? ..."
Queste
parole mi hanno fatto pensare immediatamente al “mito” Modigliani, quale sarebbe
oggi la dimensione artistica del pittore livornese?
Modigliani
nelle accese discussioni con l’amico Diego Rivera sosteneva che “il paesaggio
non esiste” contrapponendosi al pittore messicano che insisteva “il paesaggio è
tutto”.
Modì
dunque pensava che il ritratto, il volto, fosse l’essenza della
rappresentazione artistica, almeno fino al 1919 quando realizzò i primi
paesaggi.
La
morte, che lo coglie l’anno dopo, ci impedisce di sapere quale sarebbe stata
l’evoluzione della pittura e del pensiero di Modigliani, resisterebbe ancora il
mito o si sarebbe affievolito l’interesse verso il suo concetto artistico?
L’inversione
del pensiero c’è stata ma la prematura scomparsa non ci ha permesso di capire
se si trattasse di un’intuizione momentanea o se il percorso artistico avesse
preso una strada definitiva.
Si
sarebbe perso nei meandri dell’evoluzione dell’arte o, come Picasso e Matisse,
sarebbe riuscito a dare ulteriore forma e spinta all’arte moderna?
Naturalmente
una risposta è impossibile da dare ma penso che una riflessione, se non altro
per il piacere personale dell’interpretazione, della valutazione ipotetica e di
un approfondimento “filosofico”, debba essere presa in considerazione.
(Nell'immagine: Amedeo Modigliani - Paesaggio del Midi, 1919. Olio su tela, cm. 60 x 45, Collezione privata)