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lunedì 7 settembre 2015

Il monumento alla follia umana.



«Non ero mai stato in un posto come questo. Questo porta direttamente al cuore della questione. Non c'è nulla che possa essere confrontato con l'olocausto. E quando vi sia una relazione tra l'olocausto e questo monumento, è che questo è incomparabile».

(Peter Eisenman)
 
Peter Eisenman (assieme all'ingegnere Buro Happold) è l’autore del progetto che intende ricordare i 60 milioni di morti della seconda guerra mondiale. L'opera si trova nel quartiere Mitte a Berlino.

Il  Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa è anche conosciuto come il Memoriale dell’olocausto o Memoriale della Shoah.

L’enorme monumento copre una superficie di 19.000 metri quadri dove sono stati posti 2.711 blocchi di cemento percorribili all’interno dai visitatori. A rendere più significativa la scelta del sito, l'idea di creare il memoriale nel luogo dove sorgevano il palazzo e le proprietà di Goebbels.



All’esterno le stele paiono pressappoco della stessa altezza (la larghezza e la lunghezza sono identiche per ogni blocco, 2,375 x 0,95 metri) ma il fondo inclinato evidenzia la diversa altezza (da 0,2 a 4 metri), l’idea del “creatore” dell’opera è quella di portare il visitatore fuori dal mondo come lo conosciamo e condurlo in un sistema realizzato per disorientare chi è costretto ad entrarci, un sistema apparentemente ordinato ma che fa perdere il senso di realtà e della ragione innalzando un velo angoscioso di totale solitudine.
L’ideatore della scultura non chiarisce il motivo del numero delle steli (fa solo qualche accenno sul fatto che possano essere interpretate come delle lapidi che ricordino i caduti dell’assurdità umana) e non fa alcun cenno su come deve essere “vissuta” dai visitatori.
Infatti le polemiche non finiscono mai, alcuni turisti, quantomeno carenti di sensibilità, considerano il tutto come fosse un luogo di svago e si comportano di conseguenza, non senza eccessi, c’è chi pretende di potersi sdraiare sui blocchi e prendere il sole o fare jogging tra i “pilastri”.
Fortunatamente la maggior parte di chi visita il campo considera il luogo con una certa sacralità, con rispetto per ciò che rappresenta, e percorre gli stretti corridoi provando commozione e smarrimento, altri si fermano a pregare per chi non c’è più, ma soprattutto, perché tutto questo non si ripeta (o smetta quotidianamente di ripetersi).

Panoramica del Memoriale
 

4 commenti:

  1. Non so come si possa pensare di sdraiarsi al sole o di fare jogging. L'impressione del luogo e del monumento è terribilmente angosciante. Ponendo pure di non sapere nulla dell'Olocausto, pure questi blocchi danno immediatamente la sensazione di un luogo di morte, di perdizione infinita. Terribile e stupendo.

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    1. Ciao Ambra, la mancanza di sensibilità e di rispetto verso gli altri la notiamo tutti i giorni, poniamo (come dici tu) che qualcuno non sappia il significato di questo monumento, il fatto stesso che non ci si preoccupi di scoprirlo è sinonimo di superficialità, fortunatamente ci sono molte altre persone che osservano il mondo che le circonda cercando di capirne e "carpirne" i segreti.
      Buona giornata, a presto.

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  2. Stavolta non ho letto. Non so se ricordi il mio post sul Carso ma dopo aver visto il sacrario di Redipuglia ho capito che certi posti non vanno sbirciati a distanza, vanno visitati. Comunque mi è bastato scorrere velocemente il post per emozionarmi...

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    1. Ciao Anna, sicuramente la visita sul posto è l'unico modo per "vivere" appieno la sacralità del luogo, ma raccontarne l'esistenza mi è sembrato un modo di partecipare, anche solo a distanza, al ricordo.
      Grazie, se questo mio piccolo racconto in immagini è riuscito ad emozionarti l'obbiettivo è stato raggiunto.
      Buona serata.

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