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giovedì 29 gennaio 2015

La "rappresentazione" della malattia mentale, Theodore Gèricault.


L’artista coglie gli sguardi appannati, lampi torbidi, espressioni vacue e offre un’immagine disincantata di una condizione di emarginazione.

Nella serie degli alienati, Gèricault descrive così i monomaniaci, metafora dell’individuo comune prigioniero dei suoi vizi e abbandonato a se stesso.

Dei dieci "ritratti" che l'artista francese ha prodotto ne sono rimasti solamente cinque, gli altri probabilmente sono andati perduti irrimediabilmente. Resta un mistero l'effettiva intenzione del pittore di creare questi dipinti, forse l'alienista Étienne-Jean Georget impiegato in un manicomio di Londra e amico di Gèricault ha chiesto al pittore di illustrare i suoi libri? O i quadri servivano al medico per le proprie lezioni di patologia? Oppure è un metodo terapeutico sperimentato sull'artista stesso?
In ogni caso Gèricault ha lavorato sui dipinti con impegno e attenzione dimostrando di procedere ad un lavoro clinico di eccellente fattura.
 
 
Ritratto di un malato mentale (mania del comando militare),1822-23,
Fondazione Oskar Reinhart, Winterthur.
 
 
 

Ritratto di un malato mentale (monomania del gioco),1821,

Louvre, Parigi.

 

 


 
Ritratto di una malata mentale (monomania del rapimento di bambini),1820-24,

Museum of Fine Arts, Springfield.
 
 
 
Ritratto di una malata mentale (monomania dell’invidia),1820-24,
Musee des Beaux-Arts, Lione.
 
 
 
Ritratto di un malato mentale (monomaniaco, ladro, cleptomane e assassino),1821-24,

Museum voor Shone Kunsten, Gand.


11 commenti:

  1. Ma come avrà fatto a farli stare in posa? :D

    Moz-

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    1. Ciao Moz, ottima domanda che infittisce ulteriormente il mistero, si potrebbe ipotizzare l'osservazione assidua del pittore, oppure Gèricault potrebbe aver utilizzato modelli "esterni" al manicomio con una fisiognomica simile a ciò che serviva per questi lavori, non conoscendo l'intenzione dell'artista è difficile costruire tutto il percorso (naturalmente quello che dico si limita alle mie conoscenze).
      Grazie per l'interessante domanda, buona giornata.

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  2. Ritratti belli , caro Romualdo, quando penso a queste menti malate e alle beffarde criminalità mi viene i brividi.
    Ciao e buon fine settimana caro amico.
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso, hai ragione, ma andrebbe affrontata con più competenza e interesse da parte di tutti e soprattutto dalle autorità che invece preferiscono ignorare le vere difficoltà che incontriamo tutti i giorni.
      Buona giornata Tomaso, a presto.

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  3. Interessante questo pittore che ha voluto rappresentare le varie caratteristiche della pazzia.
    Mi istruisci sempre, grazie.
    Ma perché lo faceva? Sembra quasi morboso...
    Però era anche molto bravo.
    Va be', ti abbraccio. Ciao Romualdo.

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    1. Ciao Pia, il problema, nell'approfondire e argomentare questi dipinti, sta proprio nel fatto che non si conosce il motivo che ha spinto Gèricault a farli, la morbosità potrebbe emergere se fossero fini a se stessi ma le ipotesi sono molte per cui e complicato darne un giudizio morale, non ci resta che la possibilità di giudicarli artisticamente, pur mantenendo un significato "documentaristico".
      Grazie a te, buon fine settimana.

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  4. Possiedo da tempo un ritratto d'uomo su tela, che studiato da un attendibile conoscitore della pittura di quel periodo lo attribuirebbe proprio a Gericault, ed in particolare proprio ad uno dei cinque dipinti mancanti. Saresti in grado di fornirmi delle indicazioni per contattare l'esperto più accreditato di questo artista affinché io possa redimere ogni dubbio in proposito ? Grazie Roberto

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    1. Ciao Roberto, in questo momento non sono in grado di aiutarti, non ho le necessarie competenze e conoscenze per consigliarti un esperto che possa risolvere una così delicata situazione, sarebbe una grande scoperta ritrovare alcuni dei dipinti mancanti, vedo di informarmi, e se riesco ad avere informazioni in proposito non esiterò a fartelo sapere.
      Nel frattempo se tu avessi più fortuna e riuscissi ad avere ulteriori notizie, mi farebbe piacere (sempre se ti va) sapere come va a finire.
      Grazie a te, scusami se non ti sono stato d'aiuto, speriamo di risentirci presto.

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    2. Ti ringrazio comunque per la gentilezza e la solerzia della risposta. Ti informerò sicuramente se avrò notizie in merito! Grazie ancora!! :-) Roberto.

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  5. Quei visi, quegli sguardi, scavano dentro l'anima lasciandola sgomenta. Artista eccezionale, la follia traspare non solo dalle espressioni, ma anche dalla cupa atmosfera dello sfondo.

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    1. Ciao Ambra, l'anonimo e quasi squallido sfondo ricorda lo stato di abbandono e la fatiscenza dei manicomi, probabilmente Gèricault ha voluto concentrare l'attenzione sui pazienti mettendo in evidenza lo stato di rassegnazione dei "modelli" in cui la follia (come dici tu) sembra essersi impadronita delle loro menti senza lasciare speranze alcune.
      Sono sicuramente ritratti che lasciano un segno profondo nell'osservatore, allo sgomento si aggiunge un'amara tristezza.
      Buona domenica, a presto.

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