Il
post di Alberto del blog "Alberto Bertow Marabello" dedicato, a
modo (geniale) suo, ai nostri libri preferiti, mi ha riportato alla mente un "gioco" di
tanti anni fa.
Antonella Avataneo - L'isola d'Elba |
Chi
non ha mai partecipato al giochino: “vai
su un’isola deserta e puoi portarti solo un libro, un film e un “disco” (inteso
come album, un brano sarebbe troppo poco)?
Considerata
la mia passione e l’argomento del blog aggiungerei un’opera d’arte (pittura o
scultura) anche se il post va oltre la scelta che potremmo fare e si chiede
cosa ne sarebbe delle nostre scelte se non ci fosse altro a disposizione?
L’isola
deserta è un luogo stranamente visto positivamente da molti, è vero che ci
garantisce una certa tranquillità, io ne sarei entusiasta, almeno all’inizio
considerando il fastidio che mi provoca la presenza di molta gente, ma alla
lunga …
La
riflessione che voglio fare riguarda la limitata possibilità di scelta che la
suddetta isola (luogo metaforico) ci può offrire.
Rileggere
più e più volte lo stesso libro, o pochi libri, guardare a ripetizione uno o
pochi film, ascoltare sempre gli stessi brani o trovarsi davanti ogni santo
giorno lo stesso quadro o la medesima
scultura.
Limitando
la fruizione si rafforza l’affinità o alla lunga rende insopportabile ciò che
amavamo alla follia?
Nella
vita di tutti i giorni abbiamo accesso ad infinite serie di brani musicali, di
letture di ogni genere e a tantissimi film, le opere sono meno facili da
reperire se non in riproduzioni fotografiche, ci affezioniamo ai classici,
rendiamo immortale ciò che più ci piace e al contempo scopriamo sempre cose
nuove.
Il
giochino dell’isola dunque vale per quello che in fondo è nato, ci permette di raccontare cos'è che più ci piace, ma se proviamo a giocare ora diremmo le stesse cose che avremmo
detto dieci anni fa? o trenta anni fa?
La riflessione me la becco sul personale, essendo uno di quelli che su un'isola ci vivrebbe davvero, certo non desertissima, ma di quelle offrono possibilità di vivere distanti dal caos cui siamo sottoposti. Ovvio che tanti ribattano facile a dirsi, magari ci stai un mese e poi ti viene voglia di tornare.. non lo so, dovrei provare ma credo di potermi adattare, specie in luoghi tipo Folegandros, Cicladi greche, più che in un atollo maldiviano, quello ideale ma a lungo andare forse alienante.. ma l'idea di isola mi attira da matti.. poi come da citazione "Il paradiso è un’isola, ma anche l’inferno". (Judith Schalansky).
RispondiEliminaInsomma, da cittadino costretto, oltretutto romano, capisci bene che l'idea, il sogno, l'illusione forse, il miraggio di una vita diversa, mi solletica davvero.. comunque il libro da portare è sempre quello: Centuria di Giorgio Manganelli, però vorrei anche carta e penna, e magari un resort con tutte le comodità, dai.. ;)
Grande Franco, ma quando dico deserta è deserta! Non tanto per la mancanza di gente ma per l'impossibilità di reperire alcunché, sempre lo stesso libro, lo stesso film, lo stesso "disco"😉
EliminaMagari anche con un resort e le sue comodità ma ...
Io vivo in un piccolo comune del nord della penisola, circondato da colline coperte da boschi dove si possono incontrare cervi, volpi, tassi e gli immancabili cinghiali (che ormai sono di casa ovunque) sono lontano dalle comodità e al contempo dallo stress della grande città, forse ci sono già su un'ipotetica isola deserta, solo che letture, musica e quant'altro sono, facendo qualche chilometro, alla portata.
Grazie, buona serata.
Romulado! Ma te sei già su un' "isola" allora.. noi già solo tre giorni a Bergamo alta, ci è sembrato di vivere in un mondo a parte.. pensa tu!!
EliminaCittà Alta è un gioiellino di storia, arte e tranquillità a due passi dalla città (Bergamo è una piccola cittadina ma in confronto al comune dove abito io, 3000 abitanti, è una megalopoli) naturalmente niente a confronto con la vicina Milano.
EliminaBergamo è forse il giusto compromesso tra la frenesia dei grandi centri urbani e la scomodità dei paesini immersi nei boschi.
Sarà che vivo qui da sempre ma l'idea di andarmene non mi ha mai sfiorato (l'unica cosa veramente fastidiosa è la chiusura mentale di molta gente che vive in queste zone ma la perfezione non è di questo mondo😉).
Intanto comincio col dire che sono onoratissimi della citazione. Parte del mio post è anche quello che dici tu (ed hanno detto anche altri), impossibile ridurre la scelta ad uno solo, che sia libro, film disco od altro. Bello baloccarcisi, come con l'idea di un'isola deserta, ma teniamo ben presente che è un baloccarsi. Soli si muore. Anche se un po' di solitudine alle volte... 😅
RispondiEliminaCiao Alberto, dobbiamo trovare un equilibrio, una via di mezzo tra il troppo (la folla) e il niente (la solitudine).
EliminaO meglio, dovremmo essere in grado di crearci gli spazi, quello della condivisione e quello della solitaria mediazione.
È vero, soli si muore, mentre l'eccesso di presenza altrui ci può spingere a cercare ciò che si ottiene stando soli.
Se devo scegliere ... buona la prima 😉
(Romualdo Roggeri)
PS. È assurdo che uno debba firmare la risposta sul proprio blog, Blogger è ormai alla frutta.
Pro-vocazione assai interessante: un solo libro, una sola canzone e un solo film mi farebbero impazzire assai presto. Siamo 'Una sola moltitudine', come scriveva Pessoa, che esortava «Sii plurale come l’universo!» Buona serata
RispondiEliminaOttime le citazioni di Pessoa, in fondo è l'eterna ricerca di un equilibrio, di un mondo su misura, ognuno con la propria.
EliminaGrazie Maria, buona serata.