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domenica 25 febbraio 2024

Il passato nel futuro, il presente di Salvador Dalí

Il titolo riassume perfettamente l’essenza dell’opera, ispirato al celebre Angelus di Jean- Francois Millet (di cui ho parlato qui in un post di qualche tempo fa) il dipinto di Dalí ne fa una narrazione antica, un ricordo perso nei meandri del tempo ma che rivive in una costruzione che resiste nonostante tutto.


Salvador Dalí  - Reminiscenze archeologiche dell'Angelus di Millet, 1934 - Olio su tavola
31 x 39 cm. "Museo Salvador Dalí", St. Petersburg (Florida)


Quattro minuscole figure, due al centro in basso, altrettante a destra, sembrano visitare un sito archeologico dove vi è riposto un concetto caro al pittore spagnolo ed estraneo all’artista francese autore dell’originale.

Le due torri prendono le sembianze dei contadini di Millet ma la figura femminile si innalza su quella maschile, anche se il capo chinato cerca un equilibrio che è solo apparente.

Per alcuni la donna prende le sembianze di una mantide religiosa, il pensiero, che non è evidentissimo, potrebbe essere influenzato dall’idea che Dalí aveva dell’equilibrio instabile nella coppia. Il pittore “sentiva” la figura femminile come quella dominante ma non solo, la donna era una minaccia sessuale, da qui l’idea della mantide religiosa.

Dalí stesso affermò che l’arte di Millet era a sua volta la rappresentazione della repressione sessuale, il timore della supremazia femminile in contrapposizione all’impotenza maschile.

Non possiamo certo ignorare tutto ciò, d’altro canto l’autore del dipinto è lui e prenderlo in considerazione ignorando le informazioni che ci sono fornite sarebbe arbitrario.

Possiamo provare ad essere meno “corretti” e affrontiamo l’opera ignorando tutto il resto, le quattro piccole figure osservano il passato, o quello che ne resta cercando di immaginare quello che non c’è più, la trasformazione di un pensiero intimo, quello emerso dal dipinto di Millet, in un vuoto guscio perso nel passato, simulacro che sopravvive a sé stesso, destinato ad essere dimenticato.

4 commenti:

  1. Buongiorno Romualdo. Che quadro meraviglioso questo. Grazie.
    La mia impressione è che lui abbia voluto far emergere un senso di rovinosa distruzione di una pace disillusa tra lui e la sua donna. Un sogno o desiderio ormai distrutto. Non so. Forse il desiderio di essere padre, anche (visto il padre col bambino che osservano ciò che hanno davanti) ma lui forse ne da una diversa interpretazione.
    Buona Domenica carissimo.

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    1. Ciao Pia, ogni tentativo di interpretazione è "contaminato" da ciò che sappiamo di DalÍ (o che crediamo di conoscere) il suo appassionato e complesso rapporto con Gala viene proiettato sul dipinto, nel dipinto, non è escluso, come dici tu, che il vero filo narrativo del pittore vada in altra direzione.
      Grazie, buona domenica a te.

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  2. Le teorie che vogliono la "morte" ai piedi delle figure dell'Angelus di Millet, io la scorgo esaltata in Dalì, ma come mi insegni, ognuno trae sensazioni visive e sensoriali da ciò che cataloga grazie soprattutto all'esperienza e ad una soggettiva sensibilità.

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    1. Il tema della morte probabilmente, come hai sottolineato tu, sembra essere più presente nel dipinto di DalÍ che in quello di Millet, le suggestioni che ci accompagnano davanti ai due artisti sono frutto di un concetto radicato nel tempo, concetto che potrebbe essere addirittura errato, le nostre supposizioni reggono la narrazione, quale sia la strada giusta è difficile da immaginare.
      Grazie Franco, buona giornata.

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