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venerdì 20 ottobre 2023

La linea di confine è stata oltrepassata? L'arte tra etica e trasgressione

Dal 1997 quest’opera di Cattelan, intitolata “Novecento”, fa inevitabilmente discutere, può irritare, infastidire, ci può lasciare indifferenti o incuriosire.

Maurizio Cattelan - Novecento

Possiamo definirla di cattivo gusto, posiamo dubitare che sia arte o credere che sia tale, è impossibile avere un giudizio uniforme, ognuno di noi può trarne delle conclusioni (la conclusione dipende dalla quantità e qualità di informazioni in nostro possesso, quantità è qualità non fanno propendere per forza verso un giudizio positivo, anzi avere le giuste informazioni può spingerci a rifiutare l’opera come artistica).

Ma non è questo il punto, a lasciarmi perplesso è il fatto che dopo più di 25 anni ci sia ancora qualcuno che chiede: “ma il cavallo è vivo?”.

Onestamente sono domande che lasciano basiti, trovo incredibile che, con l’accesso ad un’infinità quantità di informazioni, ci sia ancora qualcuno (sono moltissimi, le stesse domande le hanno fatte per un’opera simile esposta qualche anno fa sulle rive del lago d’Iseo) incapace di valutare ciò che vede ed eventualmente informarsi.

Spesso a queste domande corrispondono le risposte più disparate, da chi conferma che Cattelan esponga un cavallo vivo e di conseguenza aumenta l’indignazione, a chi da la stessa risposta ma in modo ironico.

In entrambi i casi chi ha posto il quesito non distingue il “tono” della risposta, da per scontato che la propria impressione sia l’unica esatta ed è per questo che non vengono poste le domande "giuste" (virgolettato perché la domanda giusta non esiste) ma si innescano futili polemiche ignorando quelli che forse sono quesiti fondamentali. 

Infatti non è questa sterile diatriba l'obbiettivo del mio scritto (è evidente che il cavallo non sia vivo) la questione è un’altra, il cavallo di Cattelan è una scultura o si tratta di un animale imbalsamato?

Siccome si tratta appunto di un animale imbalsamato ci dobbiamo interrogare se l’esibizione di un animale impagliato (o “in tassidermia” per rendere la cosa più accettabile) sia corretta, infatti il “Rinoceronte appeso” di Stefano Bombardieri, che ho ammirato sulle rive del lago d’Iseo, citato poco fa, è in resina, in questo caso si elimina la questione legata all'utilizzo di un essere "organico".


Stefano Bombardieri - Tempo sospeso

Da una parte la discutibile scelta di Cattelan, dall’altra quella di Stefano Bombardieri, entrambe artisticamente e concettualmente ineccepibili, al di là del fatto che le si possa o meno considerare opere d’arte, ma materialmente diverse.

Questo ci porta ad un’altra opera, per l'esattezza A Thousand Years di Damien Hirst, dove lo scontro tra l’artista è chi ha a cuore il rispetto degli animali raggiunge l’apice.

Damien Hirst, - A Thousand Years

La struttura consiste in una teca di vetro e acciaio di grandi dimensioni divisa al centro da una lastra in plexiglas forata, da una parte vi è una scatola contenente delle larve di mosca, dall’altra la testa di una mucca appena acquistata, e ancora abbondantemente grondante di sangue, da un mattatoio (Hirst si difende sostenendo che la mucca non è stata soppressa apposta ma che la testa sarebbe stata gettata come rifiuto organico) le larve si trasformano in mosche che a loro volta si dirigono verso la carcassa sanguinolenta (la testa è reale, il sangue no in quanto acqua zuccherata e colorata di rosso, per rendere l'effetto più duraturo).

Ma la cosa che ha fatto infuriare gli animalisti è il fatto che sopra la testa era posizionata una lampada anti zanzare che uccideva sistematicamente le mosche accorse verso la carne in decomposizione.

Riepilogando, tre modi di esprimere un pensiero artistico, in tutti e tre i casi emerge un concetto sicuramente profondo, tutti partono dalla stessa idea ma utilizzando metodi differenti.

Se vogliamo evitare di fare del falso moralismo e limitare un’immancabile ipocrisia dovremmo constatare che nel nostro quotidiano non ci comportiamo molto meglio, è sicuramente il caso di sottolineare le storture di queste opere d’arte (tali per ciò che esprimono) senza eccedere in false indignazioni.

Pur apprezzando tutti e tre gli artisti citati non posso non provare un certo fastidio per le opere di Cattelan e Hirst, la domanda che mi faccio è: si potevano “costruire” diversamente queste opere?

Per quanto riguarda Novecento di Cattelan sicuramente si, infatti Bombardieri lo ha fatto, riguardo a Hirst è il discorso è più complesso, la testa era uno scarto di macelleria (anche le larve delle mosche erano destinate alla pesca ma stranamente nessuno ha alcunché da eccepire, nonostante la si possa affiancare alla caccia) ma l’eliminazione sistematica delle mosche per un futile motivo non è accettabile, questo ci porta a più profondi ragionamenti, qual è il limite che possiamo raggiungere? Forse il vero significato di queste opere è questo: Il limite è abbondantemente superato? sarebbe forse il caso di prenderne coscienza e fare un passo indietro?

Partendo dalle puerili domande che in molti si fanno davanti al cavallo di Cattelan ho cercato di andare oltre, porci ulteriori domande che alla fine ci portano alla conoscenza dei nostri lati oscuri.


6 commenti:

  1. Se fosse vero o meno io me l'ero chiesto nell'opera di quel papa colpito dal meteorite. Era un papa vero? Per quanto riguarda il limite del cattivo gusto, mi pare che si superi un po' troppo facilmente, tanto che viene il dubbio se l'intento finale sia l'arte o oltrepassa quel limite. Naturalmente ognuno ha il suo di limite, però...

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    1. Non so se per "La nona ora" Cattelan abbia utilizzato la stessa tecnica di "Novecento" ma la tua domanda (arguta) è pertinente, facciamo infatti fatica a riconoscere il vero dal falso, senza per forza cadere nel ridicolo "ma il cavallo è vivo?".
      Il limite è superato o no? Ma potremmo anche chiederci: Qual è il limite?
      Ciao Alberto, buona giornata.

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  2. Caro Romualdo, te lo dico subito, ho apprezzato moltissimo questo tuo post. Quindi già ti ringrazio. In un passato ormai molto lontano ho affrontato la questione, anche se in maniera più soft.
    Solo il pensiero di aver perso l'occasione di ammirare Hirst a Roma mi fa ancora lacrimare. 😣
    Comunque sì, per me è arte. Non dimentichiamoci che si tratta di sculture o installazioni che esprimono tantissimo. Certo molto dipende anche dalla nostra disposizione a percepire cosa vuol farci comprendere o cosa vuol farci provare e spesso l'artista stesso si sorprende nel constatare che in quel che ha realizzato c'è molto di più.
    Cattelan provoca anche, moltissimo e credo lo sappia fare molto bene.
    Per cui ben vengano anche le critiche che non fanno altro che avvalorare l'intento dell'artista.
    Un abbraccio Romualdo e buona Domenica.

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    1. Ciao Pia, innanzitutto ti ringrazio per le parole di incoraggiamento. Penso anch'io che si tratti di artisti di grande talento, concettualmente tra i migliori di questo periodo, l'unica perplessità è legata all'utilizzo di esseri viventi (o che erano tali fino a poco prima) per il resto non penso ci siano dubbi riguardo al fatto che si tratti di Arte (perlomeno io di dubbi ne ho pochi).
      L'arte come spesso viene intesa è superata dal tempo, le provocazioni sono il sale del mondo artistico da sempre, i più grandi pittori, scultori, fotografi, scrittori ecc. hanno sempre provocato per scuotere lo spettatore dal torpore del "già visto" che in quanto già assimilato da una certa sicurezza.
      Hanno criticato Giotto, Piero della Francesca, Michelangelo, Caravaggio, Cezanne, penso che se un artista non riceve delle critiche potrebbe anche non considerarsi tale.
      Un abbraccio a te, buona serata.

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  3. Alla domanda "si potevano costruire diversamente queste opere?" io rispondo con un categorico e magari cieco "si potevano NON costruire? Dico che il limite - a mio personalissimo avviso - è abbondantemente superato e preferirei rimanere sorpreso davanti ad altro genere opere, come fortunatamente ancora avviene.. ;)

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    1. Ciao Franco, se ci limitassimo a sorprenderci davanti a quello che ci piace non avremmo alcuna opportunità di conoscere ciò che ci è ignoto, staremmo ancora ammirando la pittura "accademica" (ammesso e non concesso che potessimo arrivare fin li) perché l'impressionismo era un'offesa all'arte cosi come tutto quello che è venuto dopo. Ma potremmo andare più indietro nel tempo, ogni epoca ha presentato qualcosa di innovativo, di provocatorio, fortunatamente qualcuno ha cercato di andare oltre l'emozione scaturita dall'estetica.
      Davanti ad opere come quelle che ho proposto non è necessario sorprenderci a tutti i costi, soprattutto se ci limitiamo all'aspetto estetico, ma se ci offrono spunti su cui riflettere hanno svolto il loro compito.
      Anch'io mi sorprendo e mi emoziono davanti a capolavori immortali (potrei fare centinaia di nomi ma già mi sto dilungando) ma di fronte ad opere apparentemente senza senso mi chiedo, non cosa vogliono dire, ma dove mi possono portare, intrapreso quel percorso tutto appare più chiaro ed ecco che la sorpresa è dietro l'angolo.
      Grazie per il punto di vista, diverso dal mio ma sempre interessante, buona giornata.

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