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sabato 20 agosto 2022

Una soluzione ovvia che di ovvio (alle nostre latitudini) non ha alcunché

Quella che voglio raccontare è una delle poche intuizioni positive delle amministrazioni italiche.

Siamo a Rimini, città che deve la sua fama al turismo balneare ma che da qualche tempo cerca di rilanciarsi con la cultura, la storia, l’arte e la promozione di un bagaglio che, se sviluppato, può innalzarne il livello. 




Qualche anno fa, passeggiando lungo l’argine del canale che porta dal mare al Ponte di Tiberio, ci si imbatteva nei resti semisepolti di un’antica porta.

L’accesso, datato attorno ad 1200, è stato restaurato due secoli e mezzo dopo dal signore del luogo, Sigismondo Pandolfo Malatesta. Alcune monete coniate a quel tempo dallo stesso Malatesta, che celebrava le opere da lui realizzate, confermano le fonti.


La Porta Galliana, questo è il nome, col passare del tempo, è stata dimenticata e seppellita quasi fino alla sommità, il “manufatto” era ridotto ad un fastidioso intralcio, gli unici ad essere interessati a ciò che emergeva dal terreno erano i soliti imbrattamuri che deturpano le città, a qualsiasi latitudine.

Molte volte in questi casi le amministrazioni locali (indipendentemente dal “colore” politico) risolvono il problema eliminando il fastidio, con una spesa esigua si rade al suolo il tutto e si da vita ad una strada o ad un terreno edificabile.

Non è il caso di questo capolavoro di architettura medievale, con la volontà e con una buona dose di denaro, sono iniziati gli scavi, il recupero e la messa in sicurezza del sito, il risultato è eccellente, nel “buco” fatto nel terreno troviamo una perla unica e, storicamente, artisticamente e culturalmente inestimabile.

Come da copione anche questo intervento ha visto molti tentativi atti a bloccarne il progetto, fortunatamente l’esito è stato positivo, visitare questo sito, per me che avevo visto il luogo prima dei lavori, è stato come entrare in una dimensione spesso ignorata dai più, la dimensione di chi vede in prospettiva, di chi sa valorizzare il patrimonio andando oltre il paraocchi del falso progresso fatto di colate di cemento.

Ma anche a lavori ultimati non sono mancate le, spesso inutili, ricerche di pretesti atti a criticare l'operato "perché ci hanno messo un ponte e un piccolo laghetto?"  è una di queste, "hanno fatto terra bruciata vicino alla porta eliminando i due alberi già esistenti" questa è un'atra dimenticando che nel sito sono stati piantati nuovi alberi, invece di apprezzare ciò che viene fatto (certo c'è sempre un margine di miglioramento) ci si lamenta a prescindere, d'altro canto quella che appunto dovrebbe essere una logica "visione" culturale nel nostro paese è solo uno dei tanti motivi validi per lanciarsi nello sport nazionale (non è più il calcio) la lagnanza, il lamento.

Le due immagini raccontano la metamorfosi, il viaggio (parziale) a ritroso nel tempo, il prima e il dopo di un’impresa che dovrebbe essere addirittura scontata ma che nel corrente modo di pensare non lo è affatto.


4 commenti:

  1. Rimini (il centro storico) è già carina con dei gioielli da vedere, ora ha una bellezza in più, allora. Bravi

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    1. Ciao Alberto, qualche anno fa avevo accennato alle bellezze antiche e moderne che incontriamo visitando la città romagnola, in quattro anni (tanti ne sono passati da quei post) Rimini si è ulteriormente migliorata, lo ha fatto ridando lustro ad una visione del passato proiettata ai giorni nostri.
      Ed è andata oltre il centro storico, come se la "riapertura" dell'antica porta che dava sul mare fosse il simbolo di una rinascita generale.
      Ma questo non è il fulcro del mio scritto, il punto focale è l'eccezione dove dovrebbe esserci la regola, quella che in un paese "normale" dovrebbe essere una palese ovvietà in Italia non lo è.
      Certo in molte località turistiche si darebbe spazio ad attrattive più consumistiche (il che mostra il livello di moltissimi vacanzieri che di porte medievali non sanno cosa farsene) e di conseguenza più remunerative nel breve periodo, se c'è qualcosa che manca al nostro modo di pensare è proprio quella visione "oltre la siepe".
      Grazie, buona domenica.

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  2. È davvero bello vedere che ogni tanto si pensa anche a salvaguardare il patrimonio culturale del nostro "bel paese". Come hai detto tu dovrebbe essere la regola, sappiamo purtroppo che non lo è.
    Grazie per avere mostrato il prima e il ddopo di questa bella opera d'arte. Ciao Romualdo

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    1. Ciao Gianpiera, in questi ultimi anni sono "passato" regolarmente da queste parti e ho notato una costante evoluzione, c'è la voglia di rilanciare una città che nel tempo ha perso quell'attrazione che aveva sul pubblico "delle vacanze estive".
      Rimini è sempre stata scelta da chi cercava il connubio tra il mare e la vita notturna, il passare del tempo ha cambiato i gusti del grande pubblico (che è incline soprattutto a seguire le mode del momento) che ha spostato l'attenzione ad altri "lidi".
      Il tentativo di rilanciare la città romagnola però non è partito dalle spiagge e dal "divertimentificio", come lo definisce lo storico dell'arte Antonio Paolucci (riminese) ma da un più complicato rilancio storico-culturale, l'impatto di questi sforzi è stato minore sulle masse che cercano altro (in questi anni ho conosciuto moltissime persone che pur passando da moltissimo tempo le vacanze a Rimini non ne hanno mai visitato le innumerevoli "bellezze" extra balneari.
      Da qui l'apprezzamento per il rilancio di un turismo meno remunerativo (sul breve periodo) ma che darà i suoi frutti nel tempo.
      Questa dovrebbe essere la strada da percorrere ma nel nostro paese si guarda al tornaconto immediato, poco importa se tutto verrà smantellato in poco tempo a causa del naturale disinteresse per una moda ormai passata.
      La "Porta Galliana" mi sta a cuore perché ne ho seguito l'evoluzione dei lavori, in pochi anni un anonimo muro si è trasformato in uno sguardo al passato che mira al futuro.
      Grazie, buona giornata.

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