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sabato 4 giugno 2022

L'arte e la moda "museale".

«Tantissima gente entra nei grandi musei, quei musei che fanno tendenza, ma quanti sono quelli che usciti ricordano cos’hanno visto?

Quanti entrano nei musei Vaticani senza ricordare nulla di ciò che vi è esposto?

Troppi entrano al Louvre solo per vedere la Gioconda, ma non vedono neppure quella, si limitano a dire di averla vista ».

 Antonio Paolucci


Nike di Samotracia, 200-180 a.C. - Marmo pario h 245 cm.   Museo del Louvre, Parigi

Questa denuncia, dell’allora direttore dei Musei Vaticani, fa luce su un fenomeno che divide in due il mondo dell’arte e in particolare il sistema museale di tutto il mondo.

Se da una parte l’afflusso crescente dei visitatori riversa “ossigeno” nelle casse dei vari musei, dall’altra mette in evidenza una crescente lacuna culturale.

Nel cercare di comprendere questo fenomeno di massa i pro e i contro sono evidenti ma i punti che considereremmo positivi sono in numero inferiore.

I pro sono legati all’afflusso di denaro e alla possibilità che un numero sempre maggiore di persone di accedere ai luoghi canonici dell’arte.

Il lato economico però si concentra sui musei più noti, il flusso delle masse si dirige esclusivamente nei luoghi più celebri, non importa quali opere custodisca (un’eccezione è la “Gioconda”) è il nome del museo che attira i visitatori.

Se questo è un bene per alcuni, non lo è minimamente per la maggioranza degli altri musei, economicamente sono una piccolissima minoranza a trarne beneficio.

L’altro lato positivo potrebbe essere quello legato all’allargamento dei potenziali fruitori dell’arte, quello che qualche decennio fa era un’esclusiva di una elite oggi è a portata di mano di moltissima gente.

C’è però un rovescio della medaglia, l’esclusione dei musei più piccoli o comunque meno conosciuti (si parla di percentuali enormi, stime vanno da un 90 ad un 99 % dei casi) rende il sistema squilibrato e di conseguenza estremamente fragile, senza appunto un equilibrio è destinato a crollare.

L’altro argomento si riallaccia alle parole di Paolucci, la maggioranza della marea di gente che si riversa nei vari “santuari” dell’arte non è minimamente consapevole di ciò che va a vedere e di quello che, all’uscita, ha visto.

Il mio pensiero si basa su dati raccolti, da varie interviste ai dirigenti che non nascondono quanto sia sbilanciato il confronto tra il numero dei visitatori e la effettiva coscienza degli stessi riguardo a ciò che hanno di fronte.

Se a tutto questo sommiamo la corsa ai cosiddetti selfie da esibire sui social ecco che tutto torna, l’esempio lampante è un sevizio di qualche giorno fa riguardo ai numerosi visitatori si affollano davanti alla Monna Lisa al Louvre: «… migliaia di visitatori entusiasti con in mano uno smartphon per farsi un selfie con la Gioconda …».

4 commenti:

  1. Che bella la Nike. Andrei al Louvre solo per lei, guarda... 😍😍😍
    Comunque non so. A me fa piacere vedere musei e mostre. Se non so nulla, adoro scoprire le opere entrando. Per cui cosa importa se si sa cosa si vedrà o meno. Però comprendo lo svantaggio economico per i musei meno noti. Dovrebbero essere valorizzati tutti in egual modo.
    Ciò che conta per me è conoscere. Quindi ben vengano i turisti anche se poi puntano solo ai musei più conosciuti. Forse, se la propaganda artistica fosse incentivata proprio all'interno di questi luoghi più conosciuti e visitati, magari le cose cambierebbero. Chissà.
    Giusta constatazione la tua, che fa riflettere.
    Ti abbraccio e buona serata. Ciao.

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    1. Ciao Pia, tu sei una visitatrice che ha la passione per l'arte, hai anche le competenze che servono per entrare in contatto con le varie opere, se non conosci hai la curiosità che ti spinge ad approfondire.
      Quanti sono quelli che hanno i requisiti che hai tu? è questo il problema.
      Grazie, un abbraccio a te.

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  2. Anch'io non la vedo in termini negativi. Piuttosto che i selfies davabti al billioner meglio dentro ad un museo. Comunque un po' di bellezza rimarrà dentro od appiccicata.
    Se poi si riuscisse a fare rete anche dei musei più piccoli si potrebbe mettere in circolo ancora più bellezza

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    1. Vero Alberto ma provo a mettermi nei panni di chi, come Paolucci, ha studiato una vita per comprendere e ha lavorato una vita per custodire, preservare le opere d'arte in giro per l'Italia.
      Gente che non ha una minima conoscenza di quello che vede ma soprattutto non ha la minima voglia di imparare qualcosa, è interessata solo a far sapere agli altri che è andata a vedere la Gioconda di turno (questi sono i concetti espressi dallo steso Paolucci in un'intervista).
      E' facile cadere in una forma di snobismo ma penso sia fastidioso vedere certi comportamenti da parte di chi non ha alcun desiderio di imparare qualcosa.
      Naturalmente se qualcosa rimane "attaccata", come dici tu, è positivo ma...
      Grazie, buona giornata.

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