Moreno Ovani – Mirami (2021) Acrilico su carta intelata - cm 180 x 125
Quest’opera di
Moreno Ovani potrebbe sembrare uno dei tanti ritratti, dal vero o idealizzati,
che vediamo spesso, ma basta una sguardo più attento e ci rendiamo conto che di
“comune” ha ben poco.
Il titolo, Mirami, e la posa della protagonista ci
riportano alle migliaia di selfie che inondano i social, pose volutamente
provocanti (anche se spesso i risultati sono tutt’altro) dove è importante come
ci si presenta a scapito di come si è veramente.
Ma c’è qualcosa che
disturba la scena, le pieghe del supporto, le sfumature rossastre che
circondano le pieghe stesse, la carta increspata che va a “segnare” la pelle
delle giovanissima ragazza.
Perché vuole essere
guardata? L’artista pesarese accompagna il dipinto con la frase: “Gli
occhi vedono soltanto ciò che è limitato, tutti possono guardare, ma vedere è
un arte”.
Dunque dobbiamo vedere in
profondità, guardare in superficie è superfluo, inutile, dobbiamo entrare nel
pensiero del pittore e scavare nell’anima della protagonista.
Inutile tentare strade alternative,
la pelle “rovinata”, il rosso che ne consuma la freschezza, sono dettagli
tutt’altro che rassicuranti, ma lo sguardo della donna cosa ci dice?
Ci comunica una falsa sicurezza o ci
chiede aiuto? Se consideriamo la seconda ipotesi chi o cosa affligge la giovane protagonista?
La sofferenza femminile dovuta alla
ricerca di una parvenza di bellezza, dover piacere ad ogni costo o cercare l’attenzione dei
milioni di “guardoni” che imperversano sulle varie piattaforme “sociali”, una
disperata fame di like, che si traducono in approvazione.
La condizione della donna, in questo
caso delle giovanissime, che donne (intese come adulte) forse non lo sono ancora, è più complessa di
quanto pensiamo, non c’è solo la terribile piaga della violenza maschile ma
dobbiamo fare i conti con i fantasmi generati dalla mente delle ragazzine che
cercano, spesso mortificandosi, il loro attimo di celebrità.
L’opera di Ovani non è un semplice
ritratto, non è la riproduzione del corpo femminile, è lo specchio di un
disagio che potrebbe trasformarsi in tragedia … o forse la trasformazione è già
in atto.