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sabato 29 gennaio 2022

Il pensiero è immortale, la materia destinata all'oblio.

Bertrand Russel sosteneva che “L’educazione ha due scopi, da una parte forma lo spirito, dall’altra prepara il cittadino” e continua “gli ateniesi si concentrarono sul primo, gli spartani esclusivamente sul secondo. Gli spartani vinsero ma gli ateniesi furono ricordati”.

La loggia delle cariatidi nell'Eretteo sull'Acropoli di Atene

Dunque l’idea, lo sviluppo del pensiero, l’aspirazione ad un’elevazione dello spirito sono immortali, mentre l’ordine militare, la forza fisica fine a se stessa portano inesorabilmente all’estinzione.

Questo concetto può essere riportato all’arte? L’arte è una proiezione dello spirito o all’interno di essa si celano le “culture” ateniesi e spartane?

Naturalmente si definisce arte ciò che resiste nel tempo, ma non dobbiamo dimenticare i lunghi periodi di oblio a cui sono stati relegati artisti e opere che oggi consideriamo fondamentali.

Intangibile o meno l’arte segue percorsi spesso incomprensibili per l’uomo contemporaneo, si tende a considerare il presente come unico canone perseguibile, o peggio ancora si guarda al passato con l’idea che l’età dell’oro sia sempre legata ad un periodo che non c’è più.

Quando affrontiamo un’opera dobbiamo pensare al concetto sopra citato di Russel, il quadro, la scultura, l’opera architettonica, sono l’aspetto materiale, sono la “visione” spartana che forse non cade immediatamente nell’oblio ma che subisce il trascorrere degli anni, dei secoli, fino a scomparire.

Il concetto astratto, puramente legato all’idea, al contrario, è di per sé destinato a non morire mai, l’essenza dell’arte va al di là dei manufatti che possiamo vedere, sentire, toccare, il nucleo è inafferrabile, anche se tutt’altro che incomprensibile.

Qualcuno può obiettare che se il concetto di base dell’arte viene dimenticato è destinato a scomparire, questo è vero se tutti prendiamo la direzione della superficialità del pensiero, ma siccome c’è ancora molta gente che vuole percorrere strade più faticose ma meno banali e noiose la quint’essenza del pensiero artistico continuerà ad essere tramandata nel tempo, come l’idea della cultura ateniese subirà le logiche modifiche del tempo ma non sarà mai definitivamente dimenticata.

14 commenti:

  1. A fare il monello potrei dire che come resistono dei duplicati delle Cariatidi, immaginate autentiche da tanti visitatori, andiamo avanti con copie di pensiero, imitazione di atteggiamenti, contraffazioni di opere d'arte, facsimili di comportamenti (un esempio attualissimo è la invereconda pantomima che i nostri politici guitti stanno mettendo in scena mentre l'anima della politica aritotelica viene vessata e umiliata).
    Auspico tuttavia che la vera essenza di uno spirito geniale e artistico sopravviva comunque, nonostante tempi sempre più aridi.

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    1. Ben vengano i "monelli" come te, in effetti siamo sommersi dal "pensiero superficiale", questo porta a scambiare l'originale con una semplice, e spesso squallida, copia, ma a chi ha una visione più profonda l'inganno apparirà per quello che è.
      Lo squallore della politica è lo specchio di una società che non sa guardare oltre l'immediato (e anche questo lo fa in modo errato) un esempio di subcultura al potere.
      Me lo auguro anch'io Franco, l'ascesa di quello spirito geniale e artistico sarebbe auspicabile.
      Grazie, buona serata.

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  2. Post non semplice da commentare caro Romualdo anche perchè la giusta spiegazione l'hai data tu. Difficilmente un pensiero si estingue, mentre la forza che lo ha creato può anche venire meno.
    A mio avviso sono tutte e due comunicanti ed utili..uno per la creazione materiale, l'altro per il ricordo nel futuro!
    Abbraccio serale

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    1. Ciao Nella, in effetti le due cose si completano ma è sempre l'idea la base su cui poggia il "lavoro" senza un preciso concetto si rischia di percorrere una strada "vuota".
      Naturalmente il "pensiero" deve a sua volta avere delle basi solide, in caso contrario anch'esso è destinato a svanire.
      Grazie, un abbraccio a te, buona domenica.

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  3. Il pensiero artistico è destinato a durare, però credo che l’arte, al contrario del pensiero filosofico, ha bisogno anche della materia, il pensiero artistico parla attraverso la materia. Comunque è come dici , se pure un’opera va perduta, rimane comunque nella memoria. Il suo significato, la sua bellezza sopravvivono. L’arte ha un’anima. Buona serata, Romualdo.

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    1. Ciao Caterina, hai perfettamente ragione, infatti accostare il pensiero di Russel all'arte è un po' azzardato ma se da vita ad una discussione...
      Spesso si definisce arte un dipinto "fatto bene", dove emerge la tecnica, però senza un fondamento più profondo il talento "tecnico" è fine a se stesso, l'arte è qualcosa di più grande, e una visione che va oltre il tempo, che racconta ciò che è, al momento, incomprensibile, tanto che è necessario un periodo di "decantazione" per essere compresa.
      Dal tuo privilegiato punto di vista in quanto poetessa quanto il senso di una poesia è più importante delle, più o meno numerose, parole senza uno scopo preciso?
      Grazie, buona serata a te.

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  4. Interessante riflessione, io penso che sempre il pensiero, lo spirito, abbia bisogno della cultura, non solo per incarnarsi, ma soprattutto per nutrirla e renderla migliore. E penso anche che sempre la cultura abbia bisogno del pensiero per elevarsi e non morire nel ripiegamento su se stessa.... Il vero dramma a mio avviso è quando la cultura impoverita del suo grande valore trasforma il pensiero, lo spirito, in mercato, spettacolo, inganno, contraffazione e becera imitazione.

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    1. Ciao Francesca, dici bene, la cultura, il pensiero come base culturale che supera la banalità e la povertà di una visione superficiale.
      "becera imitazione", è questo il punto, materialmente un'opera può essere copiata ma la copia non sarà mai arte in quanto è svuotata dal pensiero, dall'idea insita nell'originale, oggi si crede che basti dipingere la Gioconda con la mascherina per considerarla un'opera d'arte ma l'assenza di un concetto profondo ci dice tutt'altro.
      Grazie, buona domenica.

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  5. Qui si tratta di un pensiero filosofico che può essere infinitamente interpretato.
    Ma se trasposizioniamo all'arte credo che un'idea creativa rimane fine a se stessa se non ha come dimostrazione un qualcosa di reale e tangibile. Anche una copia può avere una validità artistica superiore. Ti faccio due esempi. Primo tra tutti Canova. Fu accusato di voler copiare l'arte classica ma in realtà lui aveva una linea artistica e culturale di base molto forte e come sappiamo ora è tra i più grandi artisti che conosciamo. Oppure un qualcosa di molto recente nel settore cinematografico. Parlo dell'ultima pellicola di Spielberg. A detta di chiunque un capolavoro. Eppure ha riadattato "copiando" una vecchia storia già raccontata.
    Te ne posso fare tanti di esempi. Quel che voglio dire è che senza il concetto non esiste opera d'arte e senza opera d'arte non vi è concettualità.
    Credo che il ricordo nel tempo di un pensiero come anche di un'opera artistica sia da attribuire al valore culturale e strutturale che viene dato alla loro ideazione e realizzazione. L'una può prevalere sull'altra ma tale valore dovrebbe essere intrinseco in esse.
    Anche per gli scrittori e poeti è così se ci riflettiamo bene, come per tutto ciò che concerne l'arte.
    Ovvio che tutto ciò è solo il mio pensiero sull'argomento.
    Come sempre spero di non essere andata fuori tema.
    Ti abbraccio forte Romualdo, buona Domenica!

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    1. Ciao Pia, non sei assolutamente fuori tema (ammesso che questo post abbia un tema) è molto interessante ciò che dici.
      Canova fu accusato di copiare l'arte classica ma non ha fatto delle copie, ha ripreso un "pensiero" che ha resistito nel tempo è l'ha riproposto seguendo i canoni del suo tempo, riguardo al film di Spielberg la penso in modo un po'diverso (non tanto per il film quanto per la cattiva abitudine degli ultimi anni di "rifare" quello che già è stato fatto) i remake sono diventati una piaga inestirpabile, il proliferare di queste "copie" (chiamiamoli riadattamenti) mette in mostra una carenza di idee, sono in pochi ad avere il coraggio di rischiare e ancora meno ad avere un pensiero artistico, un concetto proiettato nel tempo, in poche parole è sempre più raro trovare cose nuove.
      La contaminazione, l'influenza dell'arte passata è un conto, anzi è fondamentale per crescere, al contrario la continua ripetizione di della stessa cosa (magari ritoccandola superficialmente quanto basta per renderla una "libera interpretazione") non ci da nulla di artistico.
      Sai quanto io sia influenzato dall'arte concettuale, questo orienta inevitabilmente il mio pensiero che in quanto personale vale per quello che è.
      Come ho scritto nelle risposte agli altri commenti è un po' azzardato il mio tentativo di "sfruttare" la frase di Russel per aprire una discussione, ma i vostri interventi illuminanti confermano che l'azzardo ha dato i suoi frutti.
      Grazie infinite, un abbraccio e una buona giornata.

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    2. Quindi con Canova e la sua intenzione notiamo che tutto può avere valore se posto con giuste motivazioni (per copiare l'arte classica intendo i suoi canoni 😉).
      Per i remake di altri film concordo pienamente con te. Spesso ciò indica poca arte e poca fantasia creatrice. Ma non nel caso di Spielberg. Lui ha messo in scena qualcosa di diverso. Non è un voler rifare il film. Ma altro che lui ha ben spiegato. E che accerta la mia sensazione di capolavoro.
      Avevo compreso il tuo azzardo ma mi fa piacere che tu lo abbia fatto. Amo anch'io comprendere bene i pensieri di tutti che come ho visto anch'io sono grandiosi.
      Grazie a te, ciao!

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    3. Il film di Spielberg non l'ho visto per cui non posso sbilanciarmi, mi fido ciecamente delle tue sensazioni,anche quando non siamo sullo stesso binario il treno va nella stessa direzione.
      Ciao, a presto.

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  6. Bellissimo post,
    Mi è capitato non di rado trovarmi davanti ad un'opera tecnicamente molto valida che però trasmette poca emozione. E viceversa opere che non traspaiono particolare maestria, ma che sanno toccare anche solo con un guizzo, un barlume, un suggerimento

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    1. Ciao Alberto, è questo che intendevo quando ho azzardato l'accostamento delle parole di Russel all'arte, ultimamente, con il proliferare dei social e di conseguenza la possibilità per chiunque di pubblicare un proprio lavoro, si vedono moltissime opere tecnicamente ben fatte, spesso eccelse, ma che non hanno un'anima, non trasmettono alcuna emozione perché hanno alla base l'emulazione di un artista più o meno celebre, in quei dipinti, sculture o fotografie (qui emerge il peggio) l'essenza di chi li realizza è inesistente.
      Tutti questi lavori verranno presto dimenticati, senza un pensiero a sostenerli cadranno inesorabilmente nel vuoto.
      Grazie, buona giornata.

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