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sabato 27 febbraio 2021

Quando una semplice copia viene (arbitrariamente) considerata un capolavoro

Rokefeller Junior ha richiesto la restituzione dell’arazzo che il padre aveva commissionato nel 1984 e prestato all’ONU, l’arazzo in questione rappresenta il celebre dipinto di Picasso “Guernica”.

“Il capolavoro di Pablo Picasso non sarà più visibile al Palazzo di vetro” cosi titolano molti quotidiani ignorando (più o meno consciamente) che non si tratta del dipinto del pittore catalano ma di una, seppur costosa, copia.

Non so cosa spinga a credere che questo arazzo sia una grande opera, penso solo che la perdita artistica del palazzo delle Nazioni Unite sia pressoché irrilevante, il fatto che sia stato tessuto dal celebre atelier francese Jacquelin de La Baume-Dürrbach può accrescerne il valore economico non quello artistico.

Se all’ONU decideranno di appendere un’opera originale, non importa chi sia l’autore, avranno comunque fatto un passo avanti.


8 commenti:

  1. Buon pomeriggio Romualdo.
    Ho letto il tuo interessante post e se permetti esprimo la mia opinione sulla questione.
    Credo che l'errore sia da imputare al giornalista che ha scritto: "... il capolavoro di Pablo Picasso..."
    Però anche un arazzo è una preziosa opera d'arte. Qualsiasi cosa esso rappresenti.
    Artisticamente gli arazzi sono enormi capolavori. Basta comprenderne la lavorazione e la difficoltà nella loro produzione. Poi se vogliamo anche la fantasia nel realizzare le trame.
    L'ONU non creda abbia nessuna colpa. Poi se scelgono di rappresentare l'arte italiana con dipinti o quant'altro ben venga, non penso si tirerebbero indietro o risulterebbero.
    Ciao ed abbraccio.

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    1. Ciao Pia, hai perfettamente ragione ma gli articoli si soffermavano sul soggetto dell'arazzo, "Guernica come monito contro le guerre" per questo ho pensato che la notizia fosse di scarso rilievo.
      Gli sessi articoli utilizzano il binomio Rokefeller-"celebre atelier francese Jacquelin de La Baume-Dürrbach" per esaltare il valore (più economico che artistico) del manufatto, argomento che probabilmente attira la curiosità della gente, ma questo è un mio pensiero e può essere confutato in qualsiasi momento.
      Riguardo alla sostituzione sembra che ci sia già la corsa delle varie nazioni per esporre un'opera di un proprio artista.
      Non solo ti permetto di esprimere la tua opinione ma ne sono felice, è sempre un piacere ascoltare le idee altrui, se poi sono differenti dalle mie non possono che essere motivo di crescita.
      Grazie carissima, un abbraccio, buon fine settimana.

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  2. Subito ho pensato, come Pia, che l'errore sia stato più che altro l'attribuzione data dal giornalista, poi però rifletto che c'è un secondo errore: il manufatto non è, essendo una copia, anche se fatto con tecnica differente dall'originale, un prezioso lavoro artistico ma un prezioso lavoro artigianale. Secondo me facendo questa distinzione si fa la differenza pur riconoscendo il notevole valore anche alla copia. Diverso ma comunque notevole.
    Tra l'altro ho letto (spero di non aver frettolosamente trovato indicazioni errate) che la copia è stata commissionata a Picasso stesso, il quale ha pensato all'arazzo e preparato i cartoni preparatori e supervisionato la realizzazione. Un po' come avviene per certe stampe d'arte, opere di "grafica" che non vengono necessariamente eseguite direttamente dall'artista ma affidate dall'artista ad uno stampatore.
    Certamente il valore artistico è minore dell'originale (ma quello artigianale per assurdo potrebbe anche essere maggiore!) ma comunque un'opera pregevole da possedere.

    Un saluto! :-)

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    1. Ciao Anna, è vero ciò che affermi Picasso avrebbe partecipato alla realizzazione dell'arazzo, probabilmente mi sono concentrato sul fatto che si parlasse dell'arazzo come se si trattasse dell'originale, è vero che una copia realizzata dall'autore ha un valore maggiore ma si tratta sempre di una copia e tra l'altro richiesta da altri (una copia creata dall'artista per motivi personali ha un altro valore).
      Non era mia intenzione ridurre il valore materiale dell'arazzo ma sottolineare che il livello artistico è decisamente più basso.
      Sono d'accordo con te, questo è l'esempio lampante della differenza tra arte e artigianato.
      Grazie, contraccambio con piacere il saluto.

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    2. Ovviamente non posso parlare per Picasso ma pensando a mio modo sai che... non sono così sicura che ad una copia eseguita per motivi miei attribuirei più valore di una copia che mi è stata richiesta? Forse di poco e solo forse. Perché la richiesta è uno stimolo come un altro e se non diventasse anche un mio desiderio non la eseguirei nemmeno, non almeno di un soggetto così carico di significato.

      Ma, ripeto, sarebbe il MIO modo di vivere la cosa, qualsiasi ipotesi è plausibile, solo Picasso potrebbe dire il valore che quest'opera ha per lui. Magari da qualche parte qualche dichiarazione più o meno illuminante in merito si trova... chissà! 😉

      Ciao!

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    3. Hai aperto un'interessante dilemma, il valore delle copie.
      Quando parlo di valore delle copie "volute" dall'autore dell'originale (tu in quanto artista hai una visione che io, ce artista non sono, non ho) prendo in considerazione il motivo, se una copia viene richiesta l'autore dovrebbe (uso il condizionale in quanto non ho alcuna certezza) fare in modo che assomigli all'originale perché è questo che il committente vuole, nel caso che il pittore decidesse di creare una copia non la farebbe identica, se cosi fosse sarebbe inutile (un artista ha un'idea precisa dell'opera rifare quello che già ha fatto non avrebbe senso) se decide di ripetere la "prova" è perché vuole aggiungere, anche se non visibile in modo palese, qualche cosa.
      So che si tratta di discorsi che si possono protrarre all'infinito ma non è forse questo il bello delle discussioni artistiche?
      Ciaoooooo

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    4. Aggiungo qualche passo nell'infinito (già, è questo il bello!):

      - replicare un'opera con una tecnica diversa è una nuova avventura
      - ottenere qualcosa di veramente uguale (ma su/con diversi materiali) può diventare un'interessante sfida d'ingegno creativo
      - l'arazzo rinnova "Guernica" nella tecnica e nel colore: venne realizzato con 11 colori invece che con solo il bianco-nero-grigio del dipinto
      - potrebbero anche esserci motivazioni profonde per eseguire una copia anche fedele, come il desiderio di condividerla con qualcuno con cui si ha un legame speciale (in generale o riguardo al tema dell'opera) o per offrire al mondo una replica di un messaggio profondamente sentito (come recita un famoso slogan 😂 "2 is megli che 1").

      Passo e chiudo! 😃

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    5. Quello che affermi è giustissimo, tendo a dare più peso all'idea trascurando il resto, non va inoltre dimenticato (come sostieni tu) che si tratta di un'opera particolare, che va oltre la pittura.
      Il percorso continua... 😉
      Buona serata😊

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