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venerdì 14 agosto 2020

L'inizio di un'era infinita, Albrecth Dürer


Autore:   Albrecht Dürer
(Norimberga, 1471 – Norimberga, 1528) 

Titolo dell’opera: Ritratto di Albrecht Dürer il Vecchio (Ritratto del padre) 

Tecnica: Olio su tavola 

Dimensioni: 47 cm x 39 cm

Ubicazione attuale: Galleria degli Uffizi, Firenze



Realizzata dal pittore non ancora ventenne, quest’opera è il primo dipinto la cui autografia sia certa, nasce cosi la “vena” rivoluzionaria e geniale dell’artista tedesco.

Sul retro della tavola Dürer dipinse in seguito gli stemmi delle famiglie Dürer e Holper, da qui l’idea sempre più probabile che questa tavola facesse parte di un dittico che comprendeva anche il perduto ritratto della madre, Barbara Holper.

Dürer padre guarda lontano ma traspare l’attenzione a ciò che sta facendo il figlio, lo sguardo si perde in lontananza ma la mente si dirige in tutt’altra direzione.

Il pittore con estremo realismo rappresenta il padre evitando ogni forma di idealizzazione raffigurandolo per quello che è realmente, gli anni passati traspaiono dal viso stanco e segnato, cosi come viene evidenziata la vita dedicata al lavoro, le mani infatti “esprimono” le dure e lunghe giornate passate nella bottega, Dürer il vecchio era un abile orafo, la sua professione è evidenziata dal bracciale di perle che distrattamente tiene in mano.

IL copricapo nero copre quasi totalmente i capelli ormai grigi, il vestito marrone non presenta fogge particolari, unica peculiarità l’imbottitura che sottolinea il clima rigido.

L’assenza di un qualsiasi riferimento logistico, lo sfondo neutro non da alcuna indicazione, concentra l’attenzione dell’osservatore sul soggetto, in particolare sul volto dove possiamo notare il non trascurabile dettaglio della barba appena accennata.

Un altro particolare che ritengo interessante per comprendere il talento e la ricerca estetica di Dürer è il riflesso di una finestra nell’occhio del padre, una perla incastonata nel suo primo grande gioiello.


4 commenti:

  1. Buongiorno e buon Ferragosto Romualdo.
    Ho visto questo ritratto da vicino e non ti so spiegare quanto sia meraviglioso. Come anche tutte le incisioni di Dürer. Così minuziose e precise. È uno dei migliori artisti che abbia visto, almeno per me. Ti abbraccio forte, ciao e grazie per la tua descrizione sempre interessante.

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    1. Ciao Pia, hai perfettamente ragione, Dürer è uno dei più grandi artisti di sempre anche se non ottiene i riconoscimenti che gli spettano.
      Ammirare le opere dal vivo non ha prezzo.
      Grazie a te, buon ferragosto e un grande abbraccio.

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  2. "l’idea sempre più probabile che questa tavola facesse parte di un dittico che comprendeva anche il perduto ritratto della madre, Barbara Holper." ma come, disperso? Il corrispondente ritratto della madre esiste eccome e si sa benissimo: Ritratto di Barbara Holper, al Museo di Norimberga. Stesse dimensioni, stesso anno di esecuzione.

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    1. Vero Mirco, lei ha ragione a sostenere che il ritratto della madre sia ospitato nelle sale del museo di Norimberga, esattamente al Germanisches Nationalmuseum, ma non tutte le fonti sono concordi che si tratti dell’originale che accompagnava il ritratto del padre.
      Le date corrisponderebbero ma Dürer spesso ha datato le proprie opere successivamente lasciando molti dubbi in proposito.
      Sapevo (come giustamente dice lei, la cosa è risaputa) che il ritratto della madre è a Norimberga ma non c’è la certezza che faccia parte originariamente del dittico, secondo alcuni volumi che ho consultato il ritratto in questione sarebbe l’originale, per altri i dubbi sono molti e si propende per l’opposto.
      Probabilmente io ho torto e la verità è quella che sostiene lei, sono molti gli addetti ai lavori che sostengono la sua versione dei fatti, ma ho evitato di dare per certo quello che certo non era, è altrettanto vero che ho sostenuto una tesi anch’essa priva di certezze.
      La ringrazio per la precisazione, ha permesso di completare un discorso evidentemente incompleto.
      Buona serata.

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