Pagine

sabato 20 giugno 2020

Provocazione e realismo, Maurizio Cattelan

Autore:   Maurizio Cattelan

(Padova, 1960) 

Titolo dell’opera: L.O.V.E - 2010 

Tecnica: Scultura in marmo di Carrara

Dimensioni: 460 cm. (a cui vanno aggiunti 640 cm. del piedistallo) 

Ubicazione attuale:  Piazza degli Affari, Milano





Opera che lascia infinite opzioni interpretative, inequivocabile il “simbolo” derivante dal dito medio alzato (da qui il nome con cui l’opera è conosciuta “Il Dito”) ma aperti a svariate letture altri particolari come il titolo (l’acronimo L.O.V.E. sta per Libertà, Odio, Vendetta, Eternità) o il fatto che le altre quattro dita sono mozzate.

La mano aperta quasi a rappresentare il saluto romano vede erose dal tempo tutte le dita eccetto il medio, l’accostamento tra il saluto romano e il palazzo di Mezzanotte, costruzione architettonica del ventennio, vanno di pari passo.

Siamo davanti alla sede della Finanza italiana, centro nevralgico dei destini economici del paese, luogo vissuto tutt’altro che con favore dai comuni cittadini.

Una versione, mai confermata dall’artista padovano, vuole la scultura come una critica al mondo della finanza, un mondo dove pochi decidono il destino di molti, ma c’è un particolare che può sfuggire allo sguardo superficiale e spesso infastidito, la direzione del dorso della mano, se guardiamo con attenzione notiamo che l’invito irriguardoso è rivolto alla città e non al centro degli “affari”.

Cattelan, come detto, non ha mai confermato o smentito qualsiasi ipotesi lasciando totale libertà interpretativa.

Le indicazioni del titolo sono vaghe e in conflitto tra loro, odio, vendetta, libertà ed eternità, oltre ad amore, ci conducono su sentieri a doppio senso di marcia, difficile scegliere una specifica direzione.

Per quanto possa sembrare una semplice e banale provocazione l’opera ha il potere di smuovere le acque e quasi obbligare l’osservatore a reagire, come spesso capita ai lavori dell’artista veneto la prima reazione della gente non è mai positiva, si va dall’insulto alla derisione, ma se ci fermiamo a riflettere ci accorgiamo che al di là dei gusti estetici (che troppo spesso sono l’unico canone di riferimento limitandone la lettura) l’opera ha molto da “raccontare”.



2 commenti:

  1. Di Cattelan e le sue provocazioni artistiche ricordo anche i "bambini impiccati".
    Quando passo da quelle parti trovo sempre molto divertente e ironica quell'opera e di solito sorrido.
    Grazie, mi hai fatto scoprire dettagli che non conoscevo.
    Buona serata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Mariella, qualche tempo fa avevo pubblicato un post sui "Bambini impiccati", anche in quel caso dietro la provocazione si cela un'idea tutt'altro che banale o scontata, la rappresentazione dell'essere (e del malessere) umano.
      La tua reazione pensando a quell'opera va al di là dell'apparenza, va oltre lo sterile isterismo che ha colto molti passanti che non si sono fermati, anche solo per qualche secondo, a riflettere su ciò che vedevano.
      Trovi "sempre molto divertente e ironica quell'opera", hai colto il messaggio di Cattelan, l'ironia nel pensiero dell'opera che aiuta a comprenderne l'essenza.
      Grazie a te, buona domenica.

      Elimina

Se vi va di lasciare un commento siete i benvenuti, i commenti contenenti link esterni non verranno pubblicati.
I commenti anonimi sono impersonali, conoscere il nome di chi lascia il proprio pensiero facilita il confronto, grazie.