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sabato 1 febbraio 2020

L'eternità dell'arte, Giusto de Menabuoi

Autore:   Giusto de Menabuoi
(Firenze, 1330 ca. – Padova, 1390 ca.)

Titolo dell’opera: Veduta di Padova nel trecento– XIV secolo (1378?)


Tecnica: Affresco


Ubicazione attuale:  Basilica di Sant’Antonio, Padova




Quali affinità, quali contaminazioni, quante sfumature, spesso impercettibili, uniscono un (più o meno probabile) percorso artistico.

L’interpretazione lasciata all'intuizione, una lettura costruita dallo studio, tutto è possibile cosi come nulla è certo.

Giusto de Menabuoi nel trecento rappresenta la città di Padova in un affresco nella Basilica di Sant'Antonio nella stessa città veneta, quasi settecento anni dopo siamo ancora affascinati da un concetto stilistico che, nonostante le infinite congetture storico artistiche, rimane insondabile.

Cosi come continua a sfuggirci la capacità materiale e spirituale, di queste opere, di mantenersi profonde e pulsanti sfidando imperterrite le leggi del tempo.


Diamo per scontata la possibilità di poterle osservare nel XXI secolo ma di scontato non c’è nulla, resta la meraviglia di chi sa trovare il futuro nelle “proiezioni” passate.

6 commenti:

  1. Caro Romualdo, questa opera è veramente spettacolare!!!
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso, dici benissimo, spettacolare, dopo centinaia di anni riesce ancora a stupirci, la dimostrazione che l'arte autentica è immortale.
      Grazie carissimo, un abbraccio a te e l'augurio di un buon week end.

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  2. Non lo conosco bene. Dicono che si sia spesso ispirato a Giotto. Però qui io vedo una personalissima interpretazione della città di Padova.
    Il fascino nel tempo è davvero sorprendente. Molte le domande senza risposta è vero. Però avevano una grande maestria nel campo degli affreschi. Sapevano perfettamente che dovevano fare di tutto per preservare i loro lavori dalle incurie. Visto il risultato direi che ci sono riusciti perfettamente. Buon fine settimana Romualdo e grazie di aver scritto di questo piccolo gioiello d'arte. Ciao.

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    1. Ciao Pia, diamo per scontato ciò che vediamo quotidianamente, se ci fermiamo un istante a riflettere ci accorgiamo della grandezza di certe opere e della stupefacente "freschezza" anche dopo numerosi secoli.
      Creare è di per se una sorta di miracolo, farlo in modo che resti per le generazioni future (non sapendo quanto, tecniche e materiali, potessero effettivamente durare) non lo è da meno.
      Viviamo in un'epoca dove tutto arriva con relativa facilità e con la stessa facilità scompare, il "tutto e subito" va a scapito dello sguardo "futuro", tra sei o sette secoli rimarrà qualcosa del nostro contemporaneo?
      Grazie a a te per il contributo che hai lasciato, buona giornata.

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  3. Sarò andata tante volte a Padova e sempre visitando la basilica di Sant'Antonio.La mia distrazione mi ha portato a non interessarmi di questo affresco che sicuramente avrò visto non certo con attenzione.Non conoscevo neppure il nome dell'autore.
    Perdona la mia ignoranza e sempre grazie per le tue meravigliose scoperte che ci doni.
    Un abbraccio serale

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    1. Ciao Nella, non penso si tratti di distrazione ma semplicemente siamo attratti da altro, se visitiamo un luogo senza un obbiettivo preciso inevitabilmente qualcosa catturerà la nostra attenzione e di conseguenza altro passerà in secondo piano.
      Non possiamo notare tutto, cosi come non possiamo conoscere tutto, la scoperta dell'infinito che ci circonda è graduale e proprio per questo il piacere è enorme.
      Grazie a te per aver condiviso il tuo pensiero.
      Un abbraccio, buona serata.

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