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sabato 20 luglio 2019

Le miserie di un mondo perduto? Fernando Botero


Autore:   Fernando Botero
(Medellín, 1932)

Titolo dell’opera: Cristo e la moltitudine - 2010

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 106 cm x 81 cm

Ubicazione attuale:  Museo d’Antioquia, Medellín






Parte di una serie dedicata alla Passione di Cristo, quest’opera racconta il passato riflesso nel presente.

Cristo, mesto, sofferente, sconfitto nell’animo, si dirige verso il proprio destino circondato da una moltitudine di persone che lo ignorano, ignorano la sofferenza mettendo in mostra una rabbia ed una cattiveria che possiamo notare per le strade, nelle case, ovunque ci volgiamo nel nostro contemporaneo.

I vestiti della gente sono quelli che oggi indossiamo, il riferimento a ciò che sta succedendo nel nostro tempo è evidente.

Botero vuole sottolineare i comportamenti di un’umanità in declino, dove chi soffre, chi si trova in difficoltà viene additato come una minaccia.
Difficile non pensare al Cristo porta croce (attribuito alla bottega di Hieronymus Bosch) dove il Cristo era circondato da altrettanti personaggi loschi tetri, la personificazione dei mali terreni.

Ma mentre il Cristo di Bosch ci mostra un volto sereno, quasi a dirci che in fondo c’è sempre la speranza di una resurrezione morale, in quest’opera di Botero Gesù appare sfiduciato, sembra che anche la più piccola speranza di rinascita sia solo un’utopia.


Il pittore colombiano riflette sui drammi e le violenze del proprio paese ma non può ignorare ciò che accade nel resto del mondo dove ci si chiude in se stessi, dove l’isolamento razziale e la condanna di ciò che è diverso sembra essere diventato l’obbiettivo ultimo ed unico.

9 commenti:

  1. Bel post Romualdo. Fa riflettere e molto. Ciao.

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    1. Ciao Pia, l'arte ci deve emozionare ma soprattutto ci spinge a riflettere, ad approfondire temi sociali di grande "diffusione" cosi come ci invita a riflession su piccoli "eventi" personali.
      L'idea che invita alla costruzione di un pensiero.
      Grazie carissima, buona giornata.

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  2. Caro Romualdo, molto bella questa opera, sai non la avevo mai vista!!!
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso, quante cose non conosciamo, penso che questo sia il bello della vita, il piacere di scoprire, di sorprenderci.
      Sono sempre felicissimo di proporre qualcosa che piaccia e desti interese.
      Grazie, un abbraccio a te, buona giornata.

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  3. Adoro Botero le sue donne formosette ( è dire poco) ma non conoscevo quest'opera, dove tutto il dolore, la sofferenza , il declino dell'animo umano è rappresentato da un Cristo che guarda quasi umiliato di essersi sacrificato per nulla, sfiduciato dalla cattiveria e dalla solitudine dell'animo della gente che ormai ci circonda.
    Grazie ancora una volta caro Romualdo per avermi insegnato sempre tanto
    Abbraccio speciale

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    1. Ciao Nella, Botero è noto per aver dato "forma" alle forme, non si smentisce nemmeno in quest'opera dove spicca il concetto "moderno" dell'indifferenza verso ciò che non ci interessa (o conviene).
      Mi ha colpito la figura di Cristo sfiduciato, non so se si debba buttare la spugna (segni di speranza ci sono anche se ignorati dai media) ma il messaggio di Botero va preso in considerazione.
      Ti ringrazio per le belle parole ma non sono nella condizione di insegnare nulla, condivido le mie passioni e conoscenze (sempre insufficienti) e sono felice che vengano apprezzate e contraccambiate, il tuo commento contribuisce a sviluppare l'argomento, c'è sempre molto da imparare.
      Un abbraccio a te, buona serata.

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  4. Che sia utopico o meno, per fortuna ci sono esseri umani ancora fiduciosi. Altrimenti, se non esistesse alcuna briciola di speranza per un futuro vivibile e migliorabile, non avrebbe nemmeno senso vivere. O forse siamo tutti sempre di corsa tra mille indaffaramenti... per nulla? Nel dubbio, meglio imparare a stare più calmi, perchè è inutile darsi da fare per andare incontro al disastro ma anche perchè, magari, andando più con calma troviamo il tempo e la voglia di riaccendere qualche stimolo positivo che altrimenti, correndo, trascuriamo continuamente.

    Ciao Romualdo!

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    1. Ciao Anna, la mia interpretazione dell'opera di Botero è frutto di un approfondimento e confronto con altri dipinti con il medesimo soggetto, in questo caso quello di Bosch, naturalmente la speranza non deve mai essere accantonata definitivamente ma il Cristo di Botero non sembra essere fiducioso nel futuro dell'umanità.
      Rallentare e prendere coscienza del nostro essere è la base ideale per una ripartenza.
      Grazie carissima, buona giornata.

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    2. Siamo doppiamente d'accordo! :-)
      La tua interpretazione è apprezzabile e condivisibile, io ho colto lo spunto e lasciato vagare i pensieri e le parole.
      Buon pomeriggio!

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