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sabato 29 settembre 2018

Nuova vita ad uno dei massimi capolavori di Gustav Klimt.


Secondo dipinto della serie di tre opere commissionate a Gustav Klimt dall'Università di Vienna, doveva decorare il soffitto dell’aula magna dell’ateneo, oltre alla facoltà di Medicina Klimt realizza le altre due tele dedicate a Giurisprudenza e Filosofia.

Il grande pannello (430 x 400 cm) doveva celebrare il potere della scienza, sottolineare la capacità terapeutica della medicina che scaccia con la sua luce “miracolosa” le tenebre del dolore e della morte.


Ma il pittore viennese ne da un’interpretazione personale, la medicina con i suoi evidenti meriti nulla può davanti all'inevitabile percorso della vita, dalla nascita alla morte.

Il dipinto, datato 1901-07, viene rifiutato, le autorevoli “menti” mediche sostengono che sono state ignorate le due potenzialità principali della medicina, la prevenzione e la guarigione. La morale pubblica invece si sente offesa dai numerosi corpi svestiti in particolare la donna incinta in alto a destra e lo spregiudicato nudo che fluttua a sinistra.

Il grande quadro, forse l’opera più importante di Klimt, viene trafugato dai nazisti che allestiranno numerose mostre prima di nascondere il dipinto nel castello di Immendorf.

Negli ultimi giorni della guerra il castello viene dato alle fiamme (l'ipotesi più accreditata è che siano stati i tedeschi in ritirata ma non c'è nulla di certo) ed è proprio in quell’occasione che il dipinto, assieme a numerose altre opere, viene distrutto.

Nonostante siano passati molti anni sono in molti a non essere convinti della definitiva scomparsa dell'opera, qualcuno nutre speranze che un giorno si scopra che il grande quadro venne rubato prima dell’incendio e che finalmente possa tornare alla luce.

In attesa di un più o meno probabile ritrovamento si è tentata una nuova strada, basandosi su una fotografia in bianco e nero scattata prima della distruzione e con le sempre più evolute tecnologie, aggiunte a studi approfonditi, Factum Arte, il famoso laboratorio madrileno che riproduce le opere d’arte scomparse, ha tentato la ricostruzione del capolavoro di Klimt.

Il risultato è notevole, non sapremo mai quanto si avvicina all'originale ma possiamo farci un’idea della grandezza di quest’opera.

Nelle due immagini: in alto la ricostruzione di Factum Arte, in basso la fotografia dell’originale.

3 commenti:

  1. Molto interessante questo post.
    Sono talmente tante le opere trafugate e nascoste dai nazisti.
    Spero se ne riescano a ritrovare tante altre oltre questa.
    Ti auguro un buon fine settimana Romualdo, ciao e grazie!

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    1. Ciao Pia, temo che moltissime siano andate distrutte, non so se le ricostruzioni possano avere un valore artistico (l'originale è inarrivabile) ma se vengono riprodotte mantenendo degli standard accettabili possono dare un'idea di ciò che abbiamo perso.
      Grazie, buona domenica.

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    2. Vero, almeno vederle, nonostante non siano gli originali o meglio reali, è una gran cosa. Come se non fossero perdute del tutto. Ciao! 😗

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