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sabato 7 luglio 2018

L'apice dell'emozione, Niccolò Dell'Arca.


Autore:  Niccolò Dell’Arca
 (Bari, 1435 - Bologna, 1494)

Titolo dell’opera: Compianto sul cristo morto - 1463-1490


Tecnica: Terracotta


Ubicazione attuale:  Chiesa di santa Maria della Vita, Bologna.






Di rara intensità e drammaticità questo gruppo scultoreo investe di emozioni e sensazioni i visitatori, fedeli o meno, che gli si avvicinano con differenti motivazioni.

Sei figure a grandezza naturale sono disposte a semicerchio attorno alle spoglie del Cristo morto poste al centro, quest’ultima è l’unica in posizione orizzontale.

Non si sa qual era, nelle intenzioni dell’autore, la posizione esatta dei personaggi, possiamo limitarci a descrivere quella attuale nella chiesa di Santa Maria a Bologna. Anche la data di realizzazione dell’opera non è certa, l’arco di tempo della probabile realizzazione va dal 1463 al 1490.

Oltre a Gesù, posto al centro, troviamo da sinistra: Giuseppe D’Arimatea, o Nicodemo (molte le interpretazioni, la mancanza di certezze lasciano inevitabilmente molti dubbi), Maria Salomè (madre di Giovanni evangelista), Maria la madre di Gesù, Giovanni, Maria di Cleofa e Maria Maddalena.

Ogni personaggio trasmette nitide le proprie emozioni ma sono le figure di destra che colpiscono l’osservatore.

Inutile sottolineare il pathos e il forte impatto emotivo trasmesso dalle due “Marie” ( Cleofa e Maddalena) sono chiari il dolore e l’angoscia provati dalle due donne, angoscia che inevitabilmente prova chi volge loro lo sguardo.

Difficilmente possiamo trovare emozioni di pari livello nelle opere del tempo e anche successivamente in pochi sono riusciti a raggiungere questi traguardi.

Non vanno certo trascurati gli altri protagonisti della triste scena, la curiosa posizione di Maria Salomè che stringe le cosce in un impeto quasi isterico dovuto al dolore.

La Madonna a mani giunte appare più “compita” anche se l’espressione del viso riflette l’immenso dolore di una madre.

Interessante Giovanni che immobile ed incredulo si abbandona ad un pianto solitario, dolore, tristezza e rassegnazione emergono dalla sua composta figura.

A sinistra D’Arimatea-Nicodemo è l’unico che si rivolge al pubblico permettendo a quest’ultimo di entrare emozionalmente nel contesto.

Per assurdo la figura di Cristo passa in secondo piano, infatti ad emergere non è la morte di Gesù ma la reazione di che gli è stato vicino fino alla fine.

Nonostante tutto questo Niccolò Dell’Arca è stato presto dimenticato e di lui non vi sono molte tracce nei manuali di storia dell’arte.

( Nella prima immagine l'insieme dell'opera, nella seconda Maria di Cleofa e Maria Maddalena, nella terza Maria Salomè, Maria madre di Gesù e Giovanni )

2 commenti:

  1. bellissima opera! in effetti il tragico è di forte impatto!
    ciao, buona settimana!

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    1. Ciao Marina, la forza delle emozioni travolge lo spettatore mettendo in secondo piano il corpo del Cristo morto che avrebbe dovuto essere il protagonista della scena.
      Grazie, buona giornata.

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