Pagine

sabato 24 marzo 2018

La nascita, i fasti e la caduta dell'Impero, Thomas Cole.

Thomas Cole è uno dei più importanti pittori dell’ottocento americano,  esponente di spicco  della Hudson River Scool, movimento artistico fondato da pittori paesaggisti che amavano dipingere nelle zone limitrofe della valle del fiume Hudson.


Nel triennio che va dal 1833 al 1836 Cole da vita ad uno dei suoi lavori più importanti, Il corso dell’Impero, un ciclo di cinque dipinti che raccontano gli albori, l’apoteosi e la decadenza dell’impero Romano, Cole vuole mostrare come questo “passaggio” influisca negativamente sulla natura.

Il pittore di origini britanniche parla al presente nonostante l’impero sia storia, infatti si tratta di un’allegoria dell’America, Cole sottolinea gli effetti dell’espansione della cosiddetta civiltà con tutti gli eccessi e l’inevitabile degrado che conduce al definitivo oblio.

I cinque dipinti raccontano in epoche diverse la mutazione dall’ambiente, infatti si tratta dello stesso luogo, la riva di un fiume, l’identificazione del luogo è rivelata dal picco roccioso che appare in tutti i dipinti. Da considerare una curiosità; in cima al monte è posta, in bilico, una grossa roccia, masso che resiste al trascorrere del tempo, per alcuni critici (teoria tutt’altro che remota) è la rappresentazione della resistenza e longevità della natura che va ben oltre la misera ed effimera presenza transitoria dell’uomo.


Stato Selvaggio. Olio su tela (100 × 161 cm), 1834

Nel primo dipinto la protagonista è la natura nel suo essere “selvaggia”, la roccia sullo sfondo è a guardia della valle situata sulla riva opposta del grande specchio d’acqua. 
Nella tenue luce del mattino un cacciatore scocca una freccia in direzione di un cervo, mentre altri cacciatori si vedono in lontananza.

A destra si leva il fumo di un accampamento, le tende in circolo attorno al fuoco in una radura. Tutto è ideale, l’uomo che caccia per nutrirsi senza alterare i cicli naturali, l’uomo come parte integrante e non come sopraffattore.



Stato Arcadico o Pastorale. Olio su tela (100 × 161 cm), 1834.

Nel secondo “episodio” il paesaggio è più illuminato sembra una giornata di sole primaverile.

Sullo sfondo è sempre presente il monte con la roccia in bilico ma al centro troviamo una maestosa montagna.

La terra selvaggia lascia il posto ad un luogo più curato, le foreste , che coprivano la quasi totalità del suolo, lasciano spazio a prati e campi coltivati.

L’uomo è impegnato in varie attività, in secondo piano da sinistra si nota una figura intenta ad arare, un giovane pastore custodisce il gregge, una barca sta per prendere il largo mentre a destra alcune persone si dedicano alla danza.

In primo piano un uomo disegna qualcosa con un bastone, forse la rappresentazione dell’inizio intellettuale dell’umanità.

In lontananza una costruzione “megalitica” segno di una ricerca scientifica, anche se il fumo potrebbe rappresentare un sacrificio che avvicina all’idea del “divino”.



Consumazione dell'Impero. Olio su tela (130 × 193 cm), 1836


Il terzo dipinto cambia il punto di osservazione, la falesia con il masso si è spostata a destra, siamo sulla riva opposta rispetto ai precedenti dipinti.

La luce è al massimo del suo splendore, siamo sicuramente in piena estate.

Dove prima c’era una rigogliosa vegetazione ora troviamo ovunque strutture di estrema eleganza che dalle pendici discendono fino alla riva.

Il vecchio tempio ha lasciato il posto ad una possente struttura che domina il paesaggio circostante.

Gente festosa inneggia al potere glorioso delle navi che solcano le acque e si dirigono verso il mare alla ricerca di altre terre da “civilizzare”.

La grandezza architettonica non nasconde una decadenza morale che presagisce un futuro infausto.



Distruzione. Olio su tela (100 × 161 cm), 1836

La prospettiva del quarto dipinto sembra praticamente la stessa del precedente, il punto di vista di Cole si allontana per rendere maggiormente l’idea di ciò che sta accadendo.

Le nuvole minacciose, cariche di cattivi presagi fanno da cornice a quella che sembra un’invasione nemica che sta distruggendo la città, ma  si può anche vedere un simbolo autodistruttivo, l’eccesso evidente nella terza opera ha trovato il suo naturale proseguimento, lo sfruttamento senza ragione porta alla distruzione.

La statua dell’eroe perde la testa, simbolicamente e non, mentre la massa disperata degli abitanti si affanna a raggiungere le acque alla ricerca di un’improbabile salvezza.


Desolazione. Olio su tela (100 × 161 cm), 1836

Nell’ultimo dipinto, il quinto, si notano gli effetti della distruzione molto tempo dopo.

I resti della civiltà vengono mostrati nel momento in cui la luce si affievolisce e la giornata sta per finire.

La natura torna ad essere padrona del paesaggio, gli alberi, gli arbusti e altre piante tornano sovrani e si impadroniscono dei resti architettonici delle civiltà passate.

L’uomo è assente, e lentamente tutto torna alle origini, l’impero con i suoi fasti, l’arroganza e la violenza necessarie per diventare tale, cade rovinosamente e con il passare del tempo anche le tracce di ciò che è stato verranno cancellate.

Un futuro che Cole immaginava e che a maggior ragione dobbiamo immaginare noi; l’umanità che si autodistrugge.


8 commenti:

  1. Caro Romualdo, i tuoi post sono sempre molto interessanti, grazie di condividerli con noi.
    Ciao e buona domenica delle palme con un forte abbraccio.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Tomaso, sono felice di constatare l'interesse per opere come queste, è un piacere condividerle, l'arte di livello eccelso ha il diritto di essere divulgata.
      Grazie, buona domenica a te, contraccambio l'abbraccio.

      Elimina
  2. Ciao Romualdo.
    Molto bello questo modo di raccontare con le opere.
    Un post molto interessante, grazie.
    Felice Domenica! E se festeggi auguri!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Pia, la serie dell'Impero di Cole è una narrazione a tutti gli effetti, il livello è elevatissimo cosi come il concetto ed il risultato è di estrema qualità, facile darne un'interpretazione.
      Grazie a te, buona domenica e tanti auguri.

      Elimina
  3. Meraviglioso questo autore!!!!!!! Bellissimi i dipinti considerati ad uno ad uno e splendida la spiegazione dei dipinti in sequenza. Grazie per questa perla!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Marina, hai ragione, le opere viste singolarmente sono autentici capolavori, il fato che osservate in sequenza riescano a raccontare il passato, il presente e, purtroppo, il futuro, rende questo artista eccezionale.
      Grazie a te per l'apprezzamento, buona serata.

      Elimina
  4. Ma che magnifica idea e che realizzazione mozzafiato!
    Mi è venuto in mente quanto sarebbe curioso vedere lo stesso luogo effettivamente ritratto innvarie epoche e da diversi autori...
    Buon fine settimana! ☺️

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Anna, difficile poter "vedere" quello che tu auspichi, i punti di vista, "mentali" e fisici non permetterebbero confronti anche se sarebbe interessante una simile opportunità.
      Riguardo ai dipinti di Cole sono opere eccelse che riescono a raccontare un ipotetico trascorrere del tempo.
      Buon fine settimana a te, a presto.

      Elimina

Se vi va di lasciare un commento siete i benvenuti, i commenti contenenti link esterni non verranno pubblicati.
I commenti anonimi sono impersonali, conoscere il nome di chi lascia il proprio pensiero facilita il confronto, grazie.