Pagine

giovedì 14 aprile 2016

La cascata (o il sogno della stessa), Arshile Gorky.


Autore:   Arshile Gorky

Titolo dell’opera: La cascata – 1943

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 154 cm x 113 cm

Ubicazione attuale:  Tate Gallery, Londra.
 



Difficile non definire questo dipinto “astratto”, ma il titolo e i colori ci conducono in un mondo alternativo dove possiamo immaginarci una cascata all’interno di un bosco.

L’effetto cromatico e la sensazione di movimento, data dalle innumerevoli figure, cercano di descrivere la forza della natura rappresentata dall’acqua che cade fra il verde della foresta e dal calore del sole che da energia a tutta la scena.

E’ evidente l’atmosfera surrealista, il racconto di un sogno, il tutto realizzato con la spontanea “libertà” artistica dell’espressionismo astratto.

Gorky racconta con le sue opere la terra natia (nato in Armenia emigra negli Stati Uniti a 15 anni) un critico lo definì “artista in esilio per il quale l’arte era diventata patria”.

La lontananza dal proprio paese e le difficoltà economiche (ha vissuto quasi senpre in povertà) lo spingono a rappresentare la propria terra in modo tutt’altro che realistico, come se solo in sogno e con i contorni indefiniti potesse riappropriarsi della propria vita.

Solo negli ultimi anni inizia ad ottenere i primi riconoscimenti ma i crescenti problemi psicologici lo porteranno al suicidio a soli 44 anni.

6 commenti:

  1. Dipinto inquietante, direi. Grazie di avermi fatto scoprire un altro artista!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Silvana, è un'opera che lascia spazio a qualsiasi interpretazione e di conseguenza le sensazioni che si provano, osservandolo, sono infinite.
      Grazie a te per aver lasciato il tuo pensiero.
      Buona serata, a presto.

      Elimina
  2. Guardando questo dipinto sono attratta da tanti particolari ma mi riesce difficile vedere l'insieme e dargli un senso. Se non avessi saputo il titolo mai avrei pensato ad una cascata.
    E' senza dubbio un'opera molto originale, ma dopo avere letto la biografia dell'aurore ho capito che è l'espressione di una persona con alle spalle un vissuto tutt'altro che tranquillo. Grazie Romualdo e buon fine settimana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao GianPiera, è impossibile non essere condizionati da ogni piccolo dettaglio che riguarda il quadro o l'autore o, ancora, le "letture" di altri appassionati, se osserviamo questo dipinto ci possiamo fare un'idea del tutto personale ma se veniamo a conoscenza del titolo tutto ci pare cambiato anche se la cascata non riusciamo a vederla. La percezione dell'opera si modifica ulteriormente nel momento in cui veniamo a conoscenza dei dettagli della vita dell'autore, le trasformazioni continuano con le interpretazioni di altri osservatori, e cosi via.
      Trovo tutto questo particolarmente interessante (cosa più difficile in quadri che raccontano la scena in modo realistico) perché permette di contribuire alla "creazione" della "personalità" dell'opera stessa.
      Grazie a te, buona giornata.

      Elimina
  3. Vedo diverse possibilità, anche contrastanti. La cascata percepita solo nella bianca nebbiolina ma nascosta da tanta gente che l'osserva, forse come se sognandola non si riesca a ricordarla perfettamente ed allora ecco il muro di persone che la fa sentire ma non vedere. Oppure il verde potrebbe non essere il verde della vegetazione ma il verde dell'acqua, che viene ad abbracciare gli osservatori, a rappresentare il grande intimo coinvolgimento emotivo che quel luogo provoca.
    Ma più osservo più si aprono possibilità!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Anna, "più osservo più si aprono possibilità". In questa frase si racchiude l'anima di quest'opera, molto bella la tua lettura che ci propone un ennesimo punto di vista. Gorky "costruisce" un mondo infinitamente grande dove ognuno di noi può esserne l'architetto.
      Grazie, buona domenica.

      Elimina

Se vi va di lasciare un commento siete i benvenuti, i commenti contenenti link esterni non verranno pubblicati.
I commenti anonimi sono impersonali, conoscere il nome di chi lascia il proprio pensiero facilita il confronto, grazie.