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sabato 20 settembre 2025

L’arte "amatoriale" e il contatto con il pubblico

A chi non è capitato, passeggiando su un lungomare, nel centro storico di una località di montagna, all’interno di un mercatino o in una piazza di qualsiasi città, di incontrare un’esposizione di dipinti?



Come vi comportate, e soprattutto, come venite approcciati dall’artista di turno?

Questa riflessione nasce dalle parole di uno scultore che ho conosciuto recentemente che all’esortazione di un amico comune: “perché non metti su una bancarella e vai sul lungolago a vendere le tue opere?”, ha risposto: “non ho intenzione di stare a guardare la gente che passa davanti alle mie sculture senza fermarsi anche solo a dare un’occhiata, ne tantomeno di continuare a fermare i passanti per incentivarli ad acquistare”.

Questo mi ha riportato alla mente le, perlopiù spiacevoli, esperienze che ho vissuto davanti alle suddette bancarelle.

Io amo cercare in questi “luoghi” qualcosa di interessante, di nuovo, di emozionante, ma ho smesso di fermarmi davanti ai dipinti (mi piace fermarmi per molto tempo cercando quel particolare che mi trasmetta emozioni) per la reazione del pittore/pittrice che non cercano un approccio artistico che porti ella naturale conclusione di una vendita (è l’obbiettivo di chi prende queste iniziative) ma andando al sodo spiegandoti che quel quadro costa tot e quell’altro è più economico.

Premetto che questo modo di fare mi infastidisce per qualsiasi merce, figuriamoci per opere di carattere artistico che hanno un significato ben più ampio di un pezzo di formaggio o di una maglietta.

L’ultima esperienza negativa l’ho avuta qualche mese fa a Firenze, nell’attesa di entrare agli Uffizi, mancava una mezzoretta, mi sono avvicinato ad un banchetto che esibiva disegni realizzati con la tecnica della sanguigna, i soggetti erano piuttosto banali, i soliti luoghi fiorentini, ma il tratto e l’effetto visivo erano parecchio interessanti, ho iniziato ad osservarli con attenzione e dopo un minuto ecco che arriva l’autore che senza salutare esclama: “ecco un altro che guarda ma non ha nessuna intenzione di comprare, me ne intendo io di arte e capisco chi ne sa e chi vuole far perdere tempo”.

Non ho reagito male, non era il caso di scendere al livello (male)educato del tizio che avevo di fronte, gli ho solo fatto alcune domande riguardo la tecnica utilizzata, il tipo di carta, se erano disegni dal vivo o in studio ripresi da immagini catturate in precedenza, a quel punto ha cambiato modo di porsi:”ma lei se ne intende”, dice cercando di riavvicinarsi, con un tiepido “buongiorno” me ne sono andato.

Questa è una situazione al limite ma troppe volte quando ci si avvicina a dipinti, spesso piuttosto scadenti (mia personale opinione) vengo avvicinato con il solito, e unico, argomento, i soldi.

Non dico che chi fa questo mestiere, o anche solo come hobby, non possa pensare al lato remunerativo anzi, penso che questo obbiettivo sia sacrosanto ma che l’approccio con chi dovrebbe acquistare un quadro o una scultura debba essere più artistico, a meno che si vendano dipinti esclusivamente decorativi dove l’aspetto materiale diviene predominante, in questo caso però l’arte non c’entra nulla.

So che il mio parere non vale più di niente ma sarebbe bello che chi vuole vendere il proprio lavoro lo faccia con la profondità e delicatezza che l’arte merita ed esige.

Magari mi sbaglio e gli altri avventori sono “catturabili” più facilmente con un approccio diretto (economicamente) d’altro canto sono loro i venditori …

6 commenti:

  1. Io sono meno tollerante, ad un approccio simile a quello subìto da te, me ne sarei andato subito. Ma non mi pare abbia mai trovato gente così scostante e maleducata nel gestire un'attività "imprenditoriale", anche se da "bancarella". Detto questo, a Roma facile trovare artisti di strada, con opere anche di gusto, interessanti e spesso di pregiata manifattura, ma finisce che costano anche tantino.. a volte basta sfoggiare testimonianze di mostre ed esposizioni ed ecco i prezzi che lievitano, però di norma sono artisti abituati al contatto particolare coi passanti e non rompono troppo, se non dietro precisa sollecitazione.. abbiamo in casa diverse opere acquistate in esposizioni "stradali" o di mercatino, specialmente all'estero..

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    1. Ciao Franco, ho trovato più interessante andarmene quando lui pensava che potesse iniziare una transazione, inoltre ho appreso alcune informazioni tecniche riguardo i disegni.
      I prezzi possono essere alti (per le nostre tasche) ma possono non esserlo per la qualità, tecnica e concettuale.
      Spesso gli artisti si lamentano che i passanti non si fermano nemmeno un minuto a guardare le opere ma è difficile fermarsi se hai la (quasi) certezza di essere assalito?
      Come giustamente dici tu non tutti si comportano cosi ma più passa il tempo e meno ho voglia di rischiare.
      Sono giunto al punto che evito anche certe mostre ad ingresso gratuito, soprattutto se è presente un gallerista, perché la cosa si ripete. E i galleristi sono peggio degli artisti da "bancarella".
      Grazie, buona domenica.

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    2. Nelle gallerie si sentono ancora più autorizzati perché non sei più "di passaggio", ma sei uno entrato appositamente..🫢😉

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    3. Il problema non è l'obbiettivo di vendere, cosa naturale per una galleria, ma è la totale assenza del concetto di "arte", soprattutto nei galleristi più giovani e, in particolare, nei figli del precedente titolare, entrare in una galleria e trovare un unico argomento (spoiler: i soldi) è deprimente.😒😉

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  2. Credo che sia di per sé una situazione difficile. Un acquirente disposto a spendere un po' di soldi ad una bancarella non sarà così frequente, e immagino che per un autore sia frustrante vedere tanta gente, ma nessuno che si ferma. Probabilmente è molto più facile vendere cosine piccole e poco costose, che conseguentemente non posso avere una gran quantità.
    io personalmente, che si tratti di arte o di merce qualunque, in bancarelle o negozio che sia, cerco di evitare proprietari e commessi, che ho bisogno del mio tempo per vedere, valutare e decidere. Ma io sono un po' un orso, non faccio molto testo.

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    1. Ciao Alberto, infatti non vale solo per le bancarelle, evito accuratamente tutti i luoghi adibiti alla vendita di merce dove l'acquirente viene assalito appena ci mette piede.
      L'arte, come ho scritto, ha una valenza "altra" rispetto ad altri beni di consumo, il che necessita di ulteriore delicatezza, portare tutto sul binario puramente pecuniario è, per me fastidiosissimo.
      Grazie carissimo, buona giornata.

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