Edward Hopper – Two comedians (Due
attori) 1966
Olio su tela - cm 73,7 x 101,6
Collezione privata
Universalmente
riconosciuto come testamento pittorico dell’artista americano questo dipinto
rivela l’idea artistica di Hopper permettendoci di uscire definitivamente dal
fraintendimento che la sua pittura ha causato.
La conferma di una
lettura quantomeno superficiale è venuta con gli avvenimenti di quest’ultimo
anno e mezzo dove le città deserte sono state “accostate” alle opere di Hopper.
Non solo non ha mai
confermato la teoria della “solitudine” nei suoi dipinti ma ha spesso ribadito
il contrario, la rappresentazione dell’essenziale, l’unicità soggettiva più
importante della “moltitudine che inevitabilmente soffoca l’individualità.
Two comedians, ultimo lavoro del pittore americano
che morì l’anno dopo, è l’epilogo di una vita dedicata all’arte, un’esistenza
che, grazie alla pittura, ha tracciato un sentiero che altri hanno cercato di
percorrere cadendo però nella trappola della malinconica solitudine.
I due attori sul
palco si accingono a salutare il pubblico, a ringraziare chi ha partecipato
alla commedia, i volti dei personaggi sono quelli di Hopper e della amata Jo,
vestiti da pierrot, un omaggio alla commedia dell’arte, svelano quella che è
stata la loro vita artistica: recitazione.
La struttura del
dipinto è semplice, lo sfondo scuro, anonimo, da risalto alle due figure che
salutano la platea, il verde laterale costituisce l’allestimento scenografico,
le due linee orizzontale e verticale delimitano il palco.
L’attore-Edward si
rivolge al pubblico presentando l’attrice-Jo, riconoscendone i meriti maggiori
nella riuscita dello spettacolo, al contempo lei, quasi intimidita si approccia
al proscenio timidamente come se temesse di togliere spazio al compagno.
L’intimo
atteggiamento della donna è l’ennesima
rappresentazione della concezione artistica di Hopper, l’essenziale che
si distingue dalle masse, l’unicità e la grandezza del singolo che emerge nel
silenzio.