Autore: Alberto Savinio (Andrea Francesco Alberto de
Chirico)
Titolo
dell’opera: Gomorra, 1929
Tecnica: Olio su tela
riportato su tavola
Dimensioni:
59 cm x 73 cm
Ubicazione attuale: Collezione privata
Rivisitazione della
celeberima vicenda biblica, Savinio riprende la scena da un’angolatura particolare,
infatti sia l’artista che lo spettatore osservano ciò che accade da una
finestra.
Punto di “visione”
che permette a chi guarda di sentirsi al sicuro in quanto tutto quello che di
terribile accade resta chiuso all'esterno.
Il cielo scuro
carico di pioggia fa da sfondo a tre “zone” del dipinto ben delineate, la città
di Gomorra con le sue torri e le possenti mura sembra ancorata saldamente al
suolo e apparentemente al sicuro da qualsiasi sconvolgimento.
Sopra la città però
ecco apparire gli angeli giustizieri che colpiscono dall'unico punto indifeso,
il cielo.
Le incredibili
forme dai colori brillanti scagliano i fulmini sull'indifesa popolazione rea di
aver disobbedito a Dio, è sicuramente questo il punto focale del quadro oltre
ad essere il colpo di genio del pittore ateniese.
In alto a destra
troviamo una tenda nera che agitata dalla tempesta si dirige verso il centro
abitato con l’intento di coprirne i resti, una pietra tombale che mette fine ai
terribili attacchi divini.
E' evidente il legame artistico con il fratello maggiore (Giorgio De
Chirico) dove la cultura e tradizione classica emerge in entrambi (la nascita
ad Atene è una base imprescindibile) ma in Savinio affiora prepotentemente una
visione "fantastica" che si fonde con la mitologia, quest'ultima
viene raccontata da un'angolatura personale dove si nota molto spesso una
sfumatura, tutt'altro che lieve, di ironia e di pungente umorismo.