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lunedì 31 ottobre 2016

L'amore impossibile, Gustave Moreau.


Autore:   Gustave Moreau

Titolo dell’opera: Galatea – 1880

Tecnica: Olio su tavola

Dimensioni: 85 cm x 67 cm

Ubicazione attuale:  Collezione privata
 
 
 
 


La ninfa Galatea è seduta completamente nuda in un atteggiamento sensuale e languidamente provocatorio.
Sembra che finga di dormire sapendo perfettamente di essere osservata.

La scena si svolge all’interno di una grotta “arredata” con coralli, anemoni e un’infinità di altre specie marine.

Il corpo della nereide è illuminato da una luce ultraterrena, i capelli sono una cascata d’oro che sembra perdersi nell’inconsueta flora acquatica che vive nella grotta. Inusuale per via della grotta “terrestre”, ambiente invece consueto per una ninfa del mare.

All’ingresso della caverna vediamo il volto pensieroso di Polifemo che ammira la bellezza della ninfa sapendo che il proprio amore non sarà ricambiato.

Dipinto tratto dalla mitologia greca che racconta dell’ossessione del ciclope per la bellissima Galatea, amore che non potrà mai essere tale considerando che la ninfa è innamorata di Aci, un giovane bellissimo che lo stesso Polifemo uccide in un impeto di gelosia.

Galatea trasforma così il sangue di Aci in una sorgente, trasformandolo in un Dio fluviale. Chissà che Moreau non abbia voluto unire i due amanti raffigurando un fiume dorato che scaturisce dai pensieri della giovane.
 
 

mercoledì 26 ottobre 2016

Glossario dei termini tecnici, Sfumato.



Passaggio graduale di toni e colori in modo da fonderli uno nell’altro con un effetto nebbioso.

Definito da Leonardo da Vinci: "senza linee ne confini, come fumo".

Leonardo stesso fu maestro di questa tecnica, come dimostrano le morbide sfumature, tra luci e ombre, nella Gioconda (nell’immagine).


(Fonte : The art book)

sabato 22 ottobre 2016

I primi istanti, Rineke Dijkstra.

Qualche settimana fa ho pubblicato una serie di immagini dedicate alle figure della madre con il proprio figlio nella pittura dal medioevo ad oggi.

Dipinti che riproducono l’unità tra le due figure ammantando il tutto con un velo di poesia.

Ora voglio proporre lo stesso soggetto “raccontato” con altri mezzi artistici: la fotografia e la performance, o se vogliamo la cattura di un istante.



Il lavoro raffigurato nell’immagine è dell’artista olandese Rineke Dijkstra, il famoso fotografo ha immortalato le prime ore dopo il parto, i primi istanti dell’incontro tra il figlio (o la figlia) e la madre.

Questa fotografia fa parte di una serie dedicata appunto alla maternità.

Apparentemente senza quell’aura di poesia che contraddistingue lo stesso soggetto nella pittura, quest’immagine ci propone la parte più vera, l’aspetto più realistico di quegli istanti.

La donna è praticamente nuda, l’ambiente è asettico, neutrale, Dijkstra non fa alcun tentativo di messa in scena, vuole solo mostrare l’aspetto, l’esperienza (anche se non diretta) del parto e lo fa spiazzando l’osservatore.

Il volto della giovane donna è provato dalla fatica ma trasmette un senso di grande serenità, il corpo mostra i segni dell’evento e lo slip monouso (unico indumento indossato) mette in mostra la fragilità emotiva del momento.

Ma alla fine tutto sembra trovare la propria collocazione, gli sforzi, le inevitabili difficoltà e sofferenze trovano il giusto premio nel frutto di tale sforzo, fisico e psicologico.

Bellissimo il gesto di protezione della madre nei confronti del piccolo appena nato.

Un’immagine che a prima vista sembra appunto privata di quella poetica cara alla pittura, ci mostra quella che possiamo tranquillamente definire l’essenza stessa della poesia.


martedì 18 ottobre 2016

Il pianto o la disperazione, Pablo Picasso.


Autore:   Pablo Picasso

Titolo dell’opera: Donna piangente – 1937

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 61 cm x 50 cm

Ubicazione attuale:  Tate Gallery, London.





Il dolore straziante inciso sul volto della donna è espresso con estrema forza e intensità dalle pennellate decise e dai colori intensi.

I toni freddi, bianco e blu, che circondano la bocca, attirano immancabilmente l’attenzione dell’osservatore mentre gli occhi appaiono lontani quasi che l’insopportabile dolore riesca a spezzarne l’unione.

Quest’opera ci porta quasi inevitabilmente a Guernica, eseguita nello stesso anno, riflesso fedele dei terribili anni della guerra civile spagnola.

La figura femminile incarna l’estremo dolore di quel periodo, la perdita della speranza oltre a quella dei propri cari, in particolare i figli. Infatti la donna ci ricorda quanto può essere devastante la scomparsa di un figlio per una madre.

In questo quadro è presente l’idea cubista, creata dallo stesso Picasso e da Georges Braque, la “distorsione” dell’immagine che mostra l’emozione da angolazioni differenti nello stesso istante.

La struttura narrativa del dipinto trova il suo fulcro proprio al centro dove i denti sembrano stringere con forza l’oggetto  trattenuto dalla mano.

Gli occhi oltre ad allontanarsi tra di loro ci mostrano l’assenza delle pupille, o quantomeno la loro "esplosione", il segnale dell’assenza di vita, almeno come possiamo concepirla nei momenti felici.

 

sabato 15 ottobre 2016

Le infinite sfumatre del bianco, James Abbot McNeil Whistler.


Autore:   Whistler James Abbot McNeill

Titolo dell’opera: Sinfonia in bianco n.2 – 1864

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 76 cm x 51 cm

Ubicazione attuale:  Tate Gallery, Londra.





Stupenda esposizione dello studio sulle sfumature del bianco, il dipinto costituisce un inno al candore cromatico.

La donna ritratta è l’amante di Whistler, Joanna Hiffernan e posa con l’aria sognante e allo stesso tempo tristemente malinconica.

L’asimmetria della composizione permette un delizioso gioco di luce, la figura della donna si trova decentrata a sinistra del quadro, ma è proprio in quel punto che il fascio di luce viene proiettato riflettendo verso l’osservatore le innumerevoli sfumature della bianca veste.

Il viso si presenta in due aspetti differenti tra loro, in primo piano vediamo il volto di profilo dove emerge il lato più romantico, la donna sembra persa nei propri sogni in attesa. Il riflesso nello specchio sembra dirci altro, la speranza lascia il posto ad un’espressione di rassegnata nostalgia, due dei tanti sentimenti che “avvolgono” l’animo umano.

Da sottolineare la profondità data dallo specchio sopra il caminetto, ma soprattutto la chiara rappresentazione dell’arte giapponese, il vaso di porcellana, il ventaglio, stretto quasi impercettibilmente dalla giovane donna e il ramo con i fiori di ciliegio.

Whistler ha sempre conservato l’interesse per l’arte orientale così come ha quasi sempre sottolineato l’estetica allo stato puro, incontaminato, utilizzando i termini “sinfonie” e “notturni” per definire le sue opere.

mercoledì 12 ottobre 2016

Glossario dei termini tecnici, Pittura di genere.



Pittura che rappresenta scene di vita quotidiana piuttosto che soggetti idealizzati o temi religiosi, particolarmente popolare in Olanda nel diciassettesimo secolo.

Molti pittori si specializzarono in soggetti specifici, come scene di taverna (Jan Steen) feste musicali o semplici interni (Jan Vermeer).

Nel diciottesimo secolo lo stile si affermò in altri paesi con l’opera di Jean-Baptiste-Siméon Cardin in Francia, Pietro Longhi in Italia  (nell'immagine "Lezioni di geografia) e Wiliam Hogarth in Inghilterra.


(Fonte : The art book)


domenica 9 ottobre 2016

L'ordine dell'universo, Piet Mondrian.


Autore:   Piet (Pieter Cornelis) Mondrian

Titolo dell’opera: Composizione – 1929

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 45 cm x 45 cm

Ubicazione attuale:  Solomon R. Guggenheim Museum, New York.
 
 
 
 
 

Una griglia, all’apparenza semplicemente lineare, viene parzialmente riempita da alcuni colori, il rosso appare più presente degli altri colori.
Il pittore olandese mette al bando le convenzioni artistiche che volgevano verso lo spazio tridimensionale e le linee curve.
I suoi dipinti sono una semplice costruzione fatta di linee rette e l’utilizzo prevalente dei colori primari, creando delle figure geometriche (quadrati e rettangoli) distribuiti in modo da dare all’opera un senso di equilibrio.
L’obbiettivo era quello di ricreare le semplici regole che riflettono l’essenza dell’origine dell’universo, con un’espansione simultanea verso i quattro punti cardinali.
I primi lavori lasciavano grande spazio alle aree neutre, infatti le aree bianche prevalgono su quelle colorate.
Nel 1939 lascia il paese natale e si trasferisce a Londra ma i bombardamenti, dovuti alla seconda guerra mondiale, distruggono lo studio appena aperto nella capitale britannica.
Due anni più tardi decide di trasferirsi negli Stati Uniti ed è proprio  nel paese d’oltre atlantico che la sua arte prende una strada più “colorata”, infatti pur mantenendo nei suoi quadri la struttura lineare riempie maggiormente i riquadri con sfumature cromatiche più intense, specchio dei ritmi e delle abitudini del paese nord americano.


mercoledì 5 ottobre 2016

Il mito secondo William Etty, Ero e Leandro.


Autore:   William Etty

Titolo dell’opera: Ero e Leandro – 1828-29

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 77 cm x 95 cm

Ubicazione attuale:  Collezione privata.
 






Ogni notte Leandro attraversa a nuoto l’Ellesponto mentre Ero, sacerdotessa votata al culto di Afrodite, accende una fiaccola per indicargli la strada.

In un giorno di forte burrasca Leandro non esita a tuffarsi ma la traversata si trasforma in tragedia, Leandro non ce la fa e a raggiungere l’altra sponda è il corpo senza vita dell’uomo.

Quando Ero avvista sulla scogliera il corpo inerte di Leandro si butta da una torre fra le onde impetuose per unirsi definitivamente all’amato.

Il dipinto di Etty ci mostra i due amanti in un tenero e al contempo tragico abbraccio, mentre la corrente trascina nelle acque i due sfortunati protagonisti.

La pelle dorata della coppia contrasta con i cupi toni del mare e della base della torre.

Il cielo, le acque e le tristi sfumature del terreno sembrano mostrare l’umore degli dei che non approvano l’unione dei due e che non fanno nulla per impedire il terribile epilogo.

Il dipinto mostra le sensuali pose e la bellezza dei colori, doti appartenute a Tiziano e Rubens, caratteristiche che, associate all’idea artistica di Etty, hanno avuto fra i vari ammiratori anche artisti come Delacroix e molti pittori “romantici”.

sabato 1 ottobre 2016

Glossario dei termini tecnici, Pittura ad acqua.

Colore denso a base d’acqua, simile a un’emulsione.

La superficie dipinta è simile alla pittura a olio, ma asciugando perde lucentezza.

In questo è simile al guazzo, rispetto al quale è però più resistente, e questa caratteristica rende i colori ad acqua adatti a lavori di grandi dimensioni come pitture murali.

E’ un prodotto del ventesimo secolo, Lucio Fontana (nell'immagine "Concetto spaziale) è uno degli artisti che ne fa comunemente uso.




(Fonte : The art book)