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martedì 27 settembre 2016

L'arte contemporanea e il necessario contatto con il pubblico.


Wladyslaw Tatarkiewicz, storico della filosofia e ordinario di estetica, sosteneva che l’arte contemporanea permette agli osservatori di essere parte attiva dell’opera, l’artista non offre più il lavoro finito, comprensibile al primo sguardo, dobbiamo per forza chiederci cosa ci trasmette, qual è il significato.

James Mcgarrell - Trane
Chi si avvicina ad un lavoro “contemporaneo” viene assorbito da ciò che vede, entra a far parte di esso tramite l’interpretazione che ne fa, un contatto necessario per sviluppare un’affinità, senza la quale tutto può apparire sfocato, lontano e indistinto.

Insomma l’artista ci chiede di essere un segmento fondamentale nella costruzione concettuale dell’opera stessa.

L’artista americano di origini bulgare Christo ha esplicitamente ammesso che senza la presenza, fisica e “mentale” della gente le sue opere non hanno alcun valore, non hanno alcun senso.

Phillip K. Smith  - Reflection field
Ma è una prerogativa del contemporaneo o anche nell’arte “pre-moderna” veniva chiesto questo contributo?

E’ solamente l’astrattismo ad avere bisogno del pubblico o anche il semplice (all’apparenza) paesaggio, il ritratto e tutto ciò che è “realistico”, necessitano dell’interpretazione di chi osserva e ne trasmette la personale “lettura”?

sabato 24 settembre 2016

Poesia e musica, Over the Rainbow.


"Over The Rainbow" è nota anche come "(Someweher) Over The Rainbow", il significato preciso del titolo è infatti “(da qualche parte) oltre l’arcobaleno” anche se il testo ci propone "sopra l'arcobaleno, proprio lassù".

E' il riferimento alla speranza che oltre ciò che vediamo ci sia qualcosa di meraviglioso, che ad attenderci ci sia ciò che desideriamo.

La canzone è stata scritta da Harold Arlen, il testo è di Edgar Yipsel "Yip" Harburg, nel 1939 per il film “il Mago di Oz”. E’ Judy Garland che intona per la prima volta questo brano che è destinato a diventare uno dei più grandi classici della storia della musica.


Decine le versioni che sono state proposte da allora, grandi cantanti si sono esibiti nella “cover” di questo brano, solo per citarne alcuni ricordo: Franck Sinatra, Mina, Ella Fitzgerald, Maceo Parker, Nick Cave, Kylie Minougue, Ray Charles, Glen Miler, i Deed Parpol, Joe Satriani, Aretha Franklin e altri ancora.

Ma è forse la versione di Israel Kamakawiwoʻole’s (detto “Iz”) che ha reso il brano ancora più intenso. Il cantante hawaiano è riuscito a creare un’atmosfera eterea, sospesa nel tempo, l’espressione ideale per raccontare il sogno di un mondo più giusto, più bello, oltre l’orizzonte dell’arcobaleno.

Il testo è una poesia che coinvolge fino a commuovere, nella sua semplicità emerge il naturale desiderio di godere delle cose che già ci sono ma che il nostro modo di vivere ci preclude, il ” naturale” canto degli uccelli, le nuvole, il cielo blu, sembrano quasi ovvi ma ci stanno sfuggendo di mano.

Il brano trasmette gioia, serenità e tanta voglia di vivere, anche se la frase finale ammanta il tutto di triste malinconia: “perché, perché io non posso?”




(da qualche parte) Oltre l'arcobaleno
 
Da qualche parte sopra l'arcobaleno
proprio lassù,
ci sono i sogni che hai fatto
una volta durante la ninna nanna

da qualche parte sopra l'arcobaleno
volano uccelli blu
e i sogni che hai fatto,
i sogni diventano davvero realtà

un giorno esprimerò un desiderio su una stella cadente
mi sveglierò quando le nuvole saranno lontane dietro di me
dove i problemi si fondono come gocce di limone

lassù in alto, sulle cime dei camini, è proprio lì che mi troverai
da qualche parte sopra l'arcobaleno, volano uccelli blu
e i sogni che hai osato fare, oh perché, perché non posso io?
Ecco vedo alberi verdi e
Anche rose rosse,
li guarderò sbocciare per me e per te
e penso tra me e me
che mondo meraviglioso


ecco vedo cieli blu e nuvole bianche
e la luce del giorno
mi piace il buio e penso tra me e me
che mondo meraviglioso


I colori dell’arcobaleno così come sono carini nel cielo
Lo sono anche sui volti della gente che passa
Vedo amici stringersi la mano
E dirsi: “Come stai?”
Dicono davvero, io...io ti amo


Sento il pianto di bambini e li vedrò crescere,
impareranno molto di più
di quello che tutti noi sappiamo
e penso tra me e me
che mondo meraviglioso


Spero un giorno di svegliarmi
Su una stella dove le nuvole siano lontane dietro di me
Dove i problemi si mescolano come gocce di limone
Sulle cime dei caminetti è lì che mi troverai


Da qualche parte oltre l’arcobaleno
Volano uccelli blu
E i sogni che tu osi,
perché, perché io non posso?

 
 
 
 
 
 

martedì 20 settembre 2016

La notte, la luna e il fiume. Atkinson Grimshaw.


Autore:   Atkinson Grimshaw

Titolo dell’opera: Notte calante sul Tamigi – 1880

Tecnica: Olio su tavola

Dimensioni: 40 cm x 63 cm

Ubicazione attuale:  Leeds City Art Gallery, Leeds





La luna piena è la vera protagonista del dipinto, diffonde un’intensa luce verde che prende possesso del paesaggio.

Il fiume solcato da innumerevoli barche subisce il fascino misterioso e inquietante della sfumatura cromatica, la sensazione di silenzio ed immobilità sembra impregnare il dipinto.

Gli alberi delle imbarcazioni sembrano l’unico elemento di discontinuità in un opera che sembra in estenuante attesa, come in una foresta si proiettano verso l’alto in cerca di uno spiraglio di luce, la ricerca di una via di fuga da una situazione quasi claustrofobica.

Sullo sfondo si intravede la cupola della cattedrale di San Paolo, unico segno di una presenza umana che sembra praticamente assente, nonostante le imbarcazioni e la figura del marinaio addetto ai remi in primo piano.

Le interpretazioni di quest’opera, solo all’apparenza di semplice “lettura”, possono essere molte e diverse tra loro, mai come in questo caso è lo stato d’animo dell’osservatore ad indirizzare il profondo pensiero artistico. Le sensazioni possono essere infinite, la tristezza, l’opprimente “peso” dell’attesa sono contrastati da sensazioni di romantiche malinconie, emozioni che nascono al cospetto del chiarore lunare.

Grimshaw amava particolarmente il Tamigi che appare spesso nelle sue opere. 
Molto apprezzato per i suoi paesaggi notturni, spesso illuminati dalla luna, si racconta che James McNeill Whistler, notissimo per le sue ambientazioni notturne abbia dichiarato: «Credevo di aver inventato io i notturni, ma non conoscevo ancora i dipinti immersi nella luce lunare di Grimmy».

venerdì 16 settembre 2016

Glossario dei termini tecnici, il Pastello.


Materiale da disegno consistente in bastoncini di pigmenti tenuti insieme da resina o gomma.

Si usa generalmente su carta e consente una varietà di effetti, da linee nitide a morbide ombreggiature.

La natura terrosa del pastello comporta un rapido deterioramento del prodotto finito, se non viene adeguatamente protetto.

Il pastello nasce in Italia nel sedicesimo secolo, limitato a soli tre colori: bianco, nero e rosso terracotta.

Il suo momento di splendore fu nel diciottesimo secolo nell’ambito della ritrattistica, e tornò di moda nel diciannovesimo secolo con le opere degli impressionisti.


Edgar Degas
 è uno degli esempi più importanti cosi come Jean-Etienne Liotard (nell’immagine: La
bella cioccolataia )


 (Fonte : The art book)

martedì 13 settembre 2016

Pietas, Jan Fabre. Nell'omaggio a Michelangelo un''introspezione spirituale.

“Sono figlio di un comunista della classe povera e di una borghese fervente cattolica, sono stato battezzato ma non si poteva andare in chiesa. Mio padre non voleva sentire parlare di preghiere ma mia mamma la sera dopo cena mi leggeva brani della bibbia. Sono sempre stato particolarmente legato al pensiero religioso e l’ho sempre affrontato con grande curiosità e con assoluto rispetto”

Jan Fabre




Dal 1 giugno al 16 ottobre 2011, alla Nuova scuola di Santa Maria della misericordia a Venezia, Jan Fabre presenta un’opera che immancabilmente fa discutere.

Siamo nell’orbita della Biennale d’Arte nella città lagunare, Fabre rielabora la celebre opera di Michelangelo raffigurando la Madonna con un teschio e sostituendo la figura di Cristo con la propria persona, descrive se stesso in abiti eleganti e in stato di morte. Il corpo dell’artista è già in avanzato stato di decomposizione, ed è cosparso di insetti, farfalle e lumache, (animali che appaiono in modo ricorrente nelle sue opere e che mostrano la passione e gli studi di entomologia.

Nella mano destra abbandonata sul fianco trattiene, senza stringerlo, un cervello, simbolo del distacco della mente dal corpo.

L’opera, tacciata addirittura di blasfemia, è una complessa installazione. Per arrivare al Sogno compassionevole (Pietà V) si deve percorrere un “viaggio” su una pedana dorata che rappresenta il cammino ultraterreno.



Sogno compassionevole (Pietà V)
 

Ci troviamo davanti a quattro sculture in marmo duro (La Pietà V è ricavata da un blocco di marmo di Carrara) che rappresentano i simboli del contatto tra l’uomo e la sfera ultraterrena.

Il primo incontro è Strumenti di pietà terroristica (Pietà I) La rappresentazione della croce di chiodi una visione pagana della religione (come afferma l’autore) che rimane lontana dalla spiritualità.



Strumenti di pietà terroristica (Pietà I)
 

Il secondo incontro è “Tomba vivente (Pietà II) la trinità è composta dalla croce avvolta dall’edera e una piccola chiocciola collocata sulla parte bassa del cervello. Qui viene rappresentata la visione cristiano-cattolica.


Tomba vivente (Pietà II)

Il terzo incontro, “Fontana della vita imitante la forma e lo stile della miniatura (Pietà III) incrocia il cervello con un bonsai, chiaro riferimento allo scintoismo giapponese.


Fontana della vita imitante la forma e lo stile della miniatura (Pietà III)
 

Il quarto simbolo è “Ascesa delle pietre oracolari (Pietà IV) mostra il cervello e quattro tartarughe rovesciate, che simboleggiano la religiosità indiana, cinese e della Grecia antica.

Ascesa delle pietre oracolari (Pietà IV)
 

Questo percorso porta all’opera più importante che, a detta dell’artista fiammingo, non vuole essere una provocazione ma che rappresenta il confronto e lo scontro tra la bellezza e lo spirito. L’immagine che appare fortemente controversa mostra l’atto naturale di una madre che è disposta a sacrificarsi pur di sostituirsi al figlio morto, il più grande gesto d’amore.



 
 

venerdì 9 settembre 2016

L'unicità delle mamme e dei loro bambini. La pittura racconta.

Quale soggetto riesce a creare vortici di grande emozione più della madre con il proprio figlio?
Amedeo Modigliani - Zingara con bambino

Il mondo dell’arte ci ha trasmesso l’immagine dell’essenza della vita, lo ha fatto all’inizio mostrandoci il simbolo del legame vitale raffigurando la Vergine Maria e il figlio dell’uomo.

Un legame speciale, una simbologia assoluta a cui gli artisti hanno attinto a piene mani.

Con il passare del tempo madre e figlio si sono slegati dai canoni religiosi e hanno visto la loro rappresentazione nelle vesti più terrene, dalle madri aristocratiche ai bambini del popolo.

La pittura è riuscita nel corso dei secoli a mantenere la freschezza di un emozionante espressione dei più profondi sentimenti, il più intenso legame che unisce due persone dall’alba dei tempi ai giorni nostri.

Difficile scegliere le opere che immortalano le mamme e i bambini nell’arte, ho deciso di presentarne alcune senza però dare un preciso ordine cronologico, vi sono dipinti di varie epoche che mostrano la concezione che si è evoluta nel tempo ma che non scalfisce l'unione che lega le due figure.

 
Pieter Paul Rubens - Madonna con bambino

Pablo Picasso - Mamma



Artemisia Gentileschi - Madonna con bambino

Fernando Botero - Donna con bambino

Pieter De Hooch - Donna che allatta un infante con bambino e cane

Gustav Klimt - Le tre età della donna (particolare)

Jean Fouquet - Madonna del latte

Pierre Auguste Renoir - Bimbo con i giocattoli

Francesa Furin - Donna di etnia Himba con bambino

Juan Bautista Martinez del Mazo - Donna con bambino che dorme


Laura Cassetti - Madonna con bambino (Madonna in nero)

Léon Cogniet -  Le massacre des Innocents

 Bengt Lindstrom - Donna con bambino che piange

Mary Cassatt - Giovane madre che cuce

Charles W. Bartlett – Hawaiana con figlio

Clardemart - Mamma col bambino

Diego Rivera - La noche de los pobres

Egon Schiele - Madre e figlio

Raffaello Sanzio - Madonna con bambino 

Giovanni Bellini - Madonna con bambino

George de la Tour - Il neonato
 
Antonello da Messina - Trittico (particolare)
 
Carlo Carrà - Madre e figlio
 
Tamara de Lempicka  - Maternità
 

lunedì 5 settembre 2016

La leggerezza dell'essere. Profumo, Giorgio Oprandi.


Autore:   Giorgio Oprandi

Titolo dell’opera: Profumo – 1914-15

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 115 cm x 145 cm

Ubicazione attuale:  Collezione privata.





Opera di grande fascino, la struttura del dipinto è una rarità per quei tempi, dove si fa largo la moda dannunziana ed il linguaggio si fa più raffinato ma ancora legato ai canoni del passato.

L’influenza di varie correnti e diversi artisti si mescola al tratto personale di Oprandi, si possono notare i primi risvolti impressionisti, ed è evidente il riferimento artistico alla pittura di Segantini.

Come trascurare gli effetti, anche se sfumati, del liberty e il suo decorativismo, fino alle velate atmosfere orientali, il ramo cosparso di fiori di pesco rimanda inequivocabilmente alla pittura giapponese.

Le macchie di colore costruiscono la scena senza però renderla totalmente distinta. Il fumo d’incenso che si alza dal contenitore a destra, invade il quadro e genera un’atmosfera di sospensione temporale all’interno della quale la donna sembra galleggiare in attesa di qualcosa di indefinito.

L’insieme ci appare avvolto da un alone di mistero e sensualità, tutto sembra sfuggirci nelle volute di fumo create per immergere la donna nei sogni  più profondi, ma anche per nascondere l’intima essenza della giovane dallo sguardo dell’osservatore.
 
 

giovedì 1 settembre 2016

Glossario dei termini tecnici, la pittura a Olio.

La pittura a olio comporta l’uso di pigmenti stemperati in olio vegetale, di solito olio di semi di lino.

La sua invenzione in forma moderna è tradizionalmente attribuita a Jan van Eyck nel quindicesimo secolo. Rispetto alla tempera la pittura a olio ha tempi di essiccazione più lunghi ed è quindi più facilmente ritoccabile.

Può essere applicata con il pennello (fig. in alto - Anton Raphael Mengs, Ritratto di Clemente XIII) o con la spatola (fig. centrale - Jean Paul Riopelle, Grande composizione), di solito su tela, ma inizialmente anche su legno (soprattutto pioppo).
I pastelli a olio sono una più recente invenzione che combina alcune caratteristiche della pittura a olio e del pastello (fig. in basso - Jean Michel Basquiat, Senza titolo 1981).

Sono disponibili in vari formati e possono essere impugnati come una matita e applicati direttamente o opportunamente diluiti.


 (Fonte testo: The art book)