lunedì 5 giugno 2017

L'intensità oltre la profondità, Diego Velázquez.

 
Autore:   Diego Velázquez (Diego Rodríguez de Silva y Velázquez)
(Siviglia, 1590 - Madrid, 1660)
 
Titolo dell’opera: Crocifisso – 1632
 
Tecnica: Olio su tela
 
Dimensioni: 248 cm x 169 cm
 
Ubicazione attuale:  Museo del Prado, Madrid.





Un’antica leggenda racconta che il dipinto fu commissionato da Filippo IV e collocato nella sagrestia del convento di clausura benedettino di San Placido a Madrid, il sovrano fece realizzare l’opera come gesto di penitenza per un incontro amoroso con una religiosa avvenuto in età giovanile.

L’opera è sicuramente di grande suggestione emotiva, la figura di Cristo emerge vivida in contrasto con lo sfondo completamente scuro.

Il corpo di Gesù è raffigurato con elegante armoniosità, Velázquez preferisce limitare al minimo essenziale le ferite inflitte dalla flagellazione prima, e dalla crocifissione poi.

L’assenza di tensione muscolare è evidente, infatti i piedi sono appoggiati sopra un pezzo di legno che fa da base e da sostegno, l’insieme rimanda un’immagine di quiete, come se in quest’istante tutto si sia fermato.

La scena trova la sua drammaticità esclusivamente con il capo chino del Cristo, dove si scorge un sentimento di, seppur tenue, rassegnazione, la corona di spine, i capelli che coprono parzialmente il viso e la l’aura di luce che contorna la testa sono il vero centro visivo di tutto il quadro.

La luce proveniente dall’alto a sinistra illumina il corpo creando un effetto mistico, l’assenza di contrasti luminosi netti ci presenta una composizione perfettamente armonica.

Alcuni studi anatomici portano a pensare che il corpo riprodotto in questo dipinto sia frutto di un accurato studio da modelli dal vivo, al contrario di quanto si pensava in un primo tempo, dove ci si immaginava un’interpretazione di altre opere legate allo stesso tema.

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