mercoledì 19 agosto 2015

L'uomo che cammina verso se stesso, Alberto Giacometti.




Autore:   Alberto Giacometti


Titolo dell’opera:   L’uomo che cammina  – 1960


Tecnica:  scultura in bronzo

Dimensioni: 183 cm

Ubicazione attuale:  Collezione privata.





Nel febbraio del 2010 da Sotheby’s l’opera viene venduta per l’incredibile cifra di 103 milioni di dollari, l’enorme scalpore che suscitò contribuì ad eleggere Giacometti tra i più grandi scultori del secolo.

Ma lo scultore svizzero deve la sua fama al suo stile personalissimo, decisamente figurativo, che lo isola da quella che è la tendenza artistica del dopoguerra, la passione dei collezionisti per le sue opere raggiunge l’apice nel mese di maggio di quest’anno, da Christie’s l’opera “L’homme au doigt” (nell'immagine sotto a destra) viene battuta per la cifra record di 141.285.000 dollari .

“L’uomo che cammina” suscita differenti emozioni a chi lo osserva, un senso di “estraneità” dall'opera è la prima impressione, poi la strana potenza della scultura si fa largo e trasmette una lieve ma costante inquietudine.

La forma allungata in modo innaturale, trasmette un senso di solitudine, a rimarcare la separazione tra gli individui, mette a nudo la debolezza e fragilità dell’essere umano.

Giacometti non “creava” le sue opere (al contrario della maggior parte degli scultori) partendo da un blocco di materiale da sbozzare, non toglieva il superfluo fino ad arrivare all'essenza del lavoro, agiva al contrario, allo scheletro di metallo aggiungeva materiale fino a quando vedeva materializzarsi davanti a se la completezza dell’opera, per poi passare alla fusione che suggellava il tutto.
La rozza rifinitura delle sue opere e la conseguente sensazione si disagio sono le principali caratteristiche che hanno reso immortale la scultura del originale artista elvetico.


4 commenti:

  1. Conoscevo di nome questo scultore che mi ha sempre impressionato con le sue opere soprattutto , come giustamente ci hai spiegato tu, nella inconsueta maniera di prepararle.
    Mi ha sempre dato la sensazione di essere invasa da un mondo di alieni, curiosi e giudicanti.
    Non chiedermi perchè amico caro, ma questa è la mia sensazione!
    Un abbraccio forte e buona serata e come sempre ..grazie!

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    1. Ciao Nella, hai perfettamente ragione, le sculture di Giacometti inquietano proprio perché ci ricordano altri esseri, diversi da noi nell'aspetto, qualcuno che viene da fuori e che imperturbabilmente, si appropria del nostro essere.
      La tua è una lettura veramente interessante, come sempre accade ogni opinione contribuisce ad arricchire l'opera stessa.
      Buona serata a te, grazie e a presto.

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  2. A me invece i personaggi di Giacometti sono sempre sembrati molto uomini, assolutamente uomini, di cui è rappresentata la solitaria inquieta essenza. Non che pensi che l'essenza dell'uomo sia inquieta ma qui è quella che vedo rappresentata.
    Vedo degli uomini-poesia. È da tempo che ho in mente degli alberi-poesia, chissà se riuscirò presto a realizzarli (ho tante idee in mente e l'ordine con cui vengono pescate non segue logiche, quindi chissà quando toccherà a loro...) e chissà se qualcuno vi troverà qualche affinità coi personaggi di Giacometti! io è la prima volta che li associo.
    Ti lascio sulle spine con questa anticipazione, chissà cosa starai immaginando!

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    1. Ciao Anna, sai quanto apprezzo la tua arte, il tuo modo di creare opere intense e interessanti partendo da piccole "basi".
      Mi hai incuriosito con gli "alberi-poesia" e non mi resta che aspettare.
      Riguardo a Giacometti, i suoi "uomini" forse sono tali ma non riesco a percepirli come uomini comuni, forse non voglio accettare l'idea del degrado dell'animo umano, cosa che appare osservando queste sculture.
      Il vostro intervento mi fa ulteriormente pensare al fatto che anche quest'opera continui a mutare ad ogni commento, e anche la tua "impressione" fa in modo che le sculture non siano più uguali a prima.
      Buona giornata Anna, a presto.

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