mercoledì 26 marzo 2014

…e il mio maestro mi insegnò com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire.

Può una semplice frase dire più di una serie di conferenze, più di un trattato di filosofia?

Ci è riuscito Franco Battiato con le parole conclusive del brano “Prospettiva Nevskij”. Battiato dice che ovunque e in qualunque momento nulla si può considerare perduto, che c’è sempre una rinascita, un “oltre”.

C’è chi sostiene che Battiato si sia ispirato a George Ivanovitch Gurdjieff quando parla del Maestro, ma preferisco pensare ad un percorso fatto di studio ed esperienza e lunga meditazione, per arrivare alla conclusione che non è impossibile trovare un inizio dentro la fine.

Battiato non ci da la soluzione ma la speranza, il “Maestro” non spiega come trovarla ma ci fa capire che possiamo arrivarci, con impegno e perseveranza, che nei momenti dove tutto sembra essere perduto vi è una rinascita.


E’ dunque importante essere consapevoli che nelle tenebre possiamo trovarci la luce, che la vita può essere scorta nella morte stessa. Un faticoso percorso di ricerca ci porta ha una nuova consapevolezza ed a un livello di vita superiore.





lunedì 24 marzo 2014

Andy Warhol

Inizio con una premessa, in passato ho spesso pensato che le opere di Andy Warhol mancassero di entusiasmo, non mi davano particolari emozioni, sembravano quasi banali e senz’anima. Poi mi sono chiesto, perché non fare una ricerca per capire il significato e le intenzioni dell’autore e, magari apprezzare di più i suoi lavori? Detto fatto dopo un viaggio nel mondo di Warhol sono arrivato alla conclusione: le sue opere forse non riescono a trasmettermi emozioni intense e sensazioni forti, ma hanno un significato ben preciso e portano il loro contributo all'evoluzione dell'arte. Voglio farvi partecipi di questa mia piccola ricerca, magari tra di voi c’è qualcuno che riesce a percepire, a creare un contatto più profondo che gli permette di apprezzare fino in fondo l’artista americano.
Se vi va poi lasciate un commento.


Pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e montatore statunitense, figura predominante del movimento della Pop Art e tra gli artisti più influenti del XX secolo.
Nasce a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 6 agosto del 1928, Il padre, Ondrej Varchola anglofonizza il nome in Andrew Warhola poco dopo il suo arrivo negli Stati Uniti.


Warhol mette in mostra precocemente il suo talento artistico e studia arte pubblicitaria al Carnegie Institute of Technology di Pittsburgh. Nel 1949 si laurea e si trasferisce a New York, dove approfitta delle enormi opportunità che la città gli offre per affermarsi nel mondo della pubblicità lavorando per riviste come Vogue e Glamour.
Nel giugno del 1968 una femminista radicale tale Valery Solanas, frequentatrice della “Factory” (luogo creato dallo stesso Warhol per dare ai giovani Newyorkesi la possibilità di esprimere liberamente la propria arte)  spara a Warhol e al compagno di allora. Entrambi sopravvivono all’accaduto, Andy in particolare riporta gravi ferite e si salva quasi per miracolo. Warhol da allora diminuisce sensibilmente le apparizioni in pubblico e si rifiuta di testimoniare al processo della sua tentata carnefice.

La vicenda passa però in secondo piano per via dell'omicidio Kennedy che avviene due giorni dopo.

La sua attività artistica conta tantissime opere, che produceva in serie con l'ausilio dell'impianto serigrafico.
 

Le sue opere più famose sono diventate delle icone: Marilyn Monroe, Mao Tse-Tung, Guevara e tante altre. La ripetizione è il suo successo riproduce moltissime volte la stessa immagine modificando solamente il colore, insistendo soprattutto con colori forti e vivaci. Prendendo immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali (famose le sue bottiglie di Coca Cola) o immagini d'impatto come incidenti stradali o sedie elettriche, riusciva a svuotare di ogni significato le immagini che rappresentava proprio con la ripetizione dell'immagine stessa su vasta scala.
La sua arte è naturalmente una provocazione, secondo un esponente della Pop Art l'arte dev'essere consumata come qualsiasi altro prodotto commerciale.
Ha spesso ribadito che i prodotti di massa rappresentano la democrazia sociale e come tali devono essere riconosciuti: anche il più povero può bere la stessa Coca Cola che beve Jimmy Carter o Liz Taylor.

Rivisita a modo suo anche grandi capolavori del passato come L’ultima cena di Leonardo o dipinti di Paolo Uccello e Piero della Francesca: anche in questo caso cerca di rendere omaggio alle opere d’arte che i mass media non considerano. Tuttavia la Pop Art è l’icona principale del boom economico.

Andy Warhol ha anche creato alcune sculture che riproponevano in più dimensioni alcuni suoi lavori serigrafici più famosi, come ad esempio scatole di detersivo Brillo ed altri prodotti in scatola.
 
Warhol si dedica ad altre forme d’arte come ad esempio il cinema e la musica, ha collaborato con Lou Reed per il quale ha disegnato la celebre copertina dell’album “The Velvet Underground & Nico, e altri numerosi artisti tra cui l’italiana Loredana Bertè.
 
Un posto importante nella produzione cinematografica di Warhol riguarda i cinquecento rulli di Screen Test, film ritratti di personaggi in vista alla Factory che vengono ripresi con camera fissa per tre minuti su un fondo nero. Warhol chiede ad ogni partecipante del provino (screen-test) di fissare la camera, di non muoversi durante la ripresa e di non sbattere le ciglia, restando con lo sguardo fisso.

 

«Trovo il montaggio troppo stancante, lascio che la camera funzioni fino a che la pellicola finisce, così posso guardare le persone per come sono veramente.»

(Andy Warhol)


L'idea è quella di fissare in un ritratto un personaggio che compie un'azione banale, ma che per Warhol ha un importante significato. L'obiettivo non è solo quello di entrare nell'intimità del personaggio ripreso ma anche quello di colpire lo stesso spettatore e farlo riflettere.
Muore a New York il 22 febbraio 1987, in seguito a un intervento chirurgico alla cistifellea, dopo aver realizzato Last Supper, ispirato all'Ultima Cena di Leonardo da Vinci. I funerali si svolsero a Pittsburgh, sua città natale, e a New York venne celebrata una messa commemorativa. Nella primavera del 1988, 10.000 oggetti di sua proprietà vengono venduti all'asta da Sotheby's per finanziare la "Andy Warhol Foundation for the Visual Arts". Nel 1989 il Museum of Modern Art di New York gli dedicò una grande retrospettiva. 





 

giovedì 20 marzo 2014

John Denver

« Tu riempi i miei sensi come una notte nella foresta, come le montagne in primavera, come una camminata nella pioggia, come una tempesta nel deserto, come un oceano blu addormentato; tu riempi i miei sensi, vieni a riempirmi di nuovo. »      (John Denver, in Annie's Song)


Henry John Deutschendorf  Jr. noto come John Denver nasce a Roswell il 31 dicembre del 1943, cantautore folk rock tra i più noti degli anni settanta. Nella sua carriera ha realizzato e registrato duecentottantanove canzoni, centoquaranta scritte da lui stesso.

Il padre è ufficiale dell’aereonautica statunitense ed istruttore di volo di origine tedesca. Il lavoro del padre lo porta spesso in giro per gli stati Uniti e già da piccolo segue la sua passione per il volo.

Da adolescente si dimostra particolarmente abile nel suonare la chitarra, regalo della nonna, e inizia ad esibirsi nei club durante il periodo del college. Adotta il cognome Denver in omaggio alla capitale del suo stato preferito il Colorado.

Nel 1964 si sposta a Los Angeles e si unisce ad un gruppo folk i "Chad Mitchel Trio" ma presto abbandona il gruppo per iniziare la carriera da solista.

Dopo un inizio stentato, i primi album non sono un grande successo, nel 1971 esce Poems Prayers and Promises, il successo stavolta è su scala nazionale grazie anche al brano Take Me Home, Country Roads, l’ascesa continua per tutti gli anni settanta. Denver sforna uno dopo l’altro album di grande successo, non mancano le frequenti partecipazioni televisive arrivando a registrare un album addirittura con i Muppets.

Nel 1977 lo stato del Colorado lo insignì anche del titolo di poeta laureato.

Negli anni ottanta e novanta, pur senza raggiungere le vendite del decennio precedente, la popolarità di Denver rimane molto alta in tutti gli Stati Uniti. Parallelamente alla carriera musicale Denver divenne vegetariano e portò avanti una serie di campagne ambientaliste e umanitarie.

Canzoni come Take Me Home, Country Roads, Leaving on a Jet Plane, Thank God I'm A Country Boy, Annie's Song, Rhymes and reasons, The Bells of Rhymney e Rocky Mountain High sono entrate a far parte dei classici musicali.

Oltre alla musica John Denver coltiva la grande passione per il volo. Pilota esperto possiede diversi aerei ed è proprio a bordo di uno di questi che il 12 ottobre 1997 nei pressi di Monterrey precipita mentre era al comando del suo Rutan Long-EZ.

Ci sono molte versioni riguardanti l’incidente ma nessuna è mai stata confermata.

Ad Aspen è stato inaugurato un memoriale con inciso il testo della canzone "Rocky Mountain High.

 

 A seguire tre dei grandi successi del cantautore Americano, buon ascolto.

 


 
 
 

lunedì 17 marzo 2014

Edgar Degas

Un po’ di tempo fa ho parlato della Rivisitazione del nudo di Degas, questa volta voglio presentare alcune delle opere che hanno reso famoso il pittore francese, le "Ballerine", Degas le ritrae nelle più diverse situazioni, durante le prove , nei momenti di riposo oppure sul palco.

Ancora una volta Degas mostra con occhio diverso la vita quotidiana.
Selezioni

Ballerina che si allaccia la scarpetta

Ballerina

Ballerine alla sbarra

Ballerine in blu


Ballerine in rosa

 

Ballerine


Balletto


Danza in blu


gruppo di ballerine


L'ingresso delle ballerine


Lezione di danza


Piccole ballerine


Scuola di danza

Balletto - La stella

giovedì 13 marzo 2014

Slipping Through My Fingers ABBA -Scivolano dalle nostre dita.

Benny Andersson ,Anni-Frid , Agnetha FältskogBjörn Ulvaeus

Questo brano, meno conosciuto rispetto a molte altre hit  è per me tra i più belli degli Abba.
Il gruppo svedese incide il singolo "Slipping throu gh my fingers" nel 1981 e fa parte dell'album "Visitors".  
La canzone è stata scritta per la nascita della figlia di Björn e Agnetha.
L'intensità  del testo e la dolcezza della melodia ci raccontano lo scorrere del tempo e la naturale evoluzione della nostra vita e dei figli che inevitabilmente scelgono altre strade.
Molto bella anche la scena del film "Mamma mia" dove Meryl Streep si esibisce in questo brano.



A seguire il testo tradotto e il brano degli ABBA:


  
 
 
Sta scivolando dalle mie dita
 
Lo zaino della scuola in una mano
e lei lascia casa sua al mattino presto
dicendo addio con un sorriso distratto
la guardo andare via con un'ondata di
quella sua ben conosciuta tristezza
e devo sedermi per un po’
la sensazione che la perderò per sempre
e senza essere mai davvero
entrato nel suo mondo
sono felice quando posso
condividere con lei le risate
quella ragazzina divertente

sta scivolando tra le mie dita
tutte le volte cerco di cogliere
ogni singolo istante e
la sensazione che vi è dentro
sta scivolando tra le mia dita
tutte le volte, riesco davvero a 

vedere cosa c'è nella sua mente?
ogni volta che penso di esserci                                
quasi riuscito, lei continua a crescere
sta scivolando tra le mie dita
tutte le volte

sogno ad occhi aperti di lei e di me
al tavolo della colazione
appena sveglio, lascio che
il tempo prezioso scorra
poi quando lei è andata via
c'è quella strana sensazione malinconica
e un senso di colpa che non posso negare
cos'è successo a quelle splendide avventure?
ai posti in cui avevo programmato
di andare assieme?
 
Beh alcune di queste cose le abbiamo fatte
ma la maggior parte no
e il perché proprio non lo so

sta scivolando tra le mie dita
tutte le volte cerco di cogliere
ogni singolo istante e
la sensazione che vi è dentro
sta scivolando tra le mia dita
tutte le volte, riesco davvero a
vedere cosa c'è nella sua mente?
ogni volta che penso di esserci
quasi riuscito, lei continua a crescere
sta scivolando tra le mie dita
tutte le volte

a volte vorrei poter bloccare l'immagine
e salvarla dai divertenti scherzi del tempo
sta scivolando tra le mie dita

lo zaino della scuola in una mano
e lei lasca casa sua al mattino presto
dicendo addio con un sorriso distratto."










lunedì 10 marzo 2014

La difficile "comprensione" di un talento, Gustave Caillebotte

Nasce a Parigi il 19 agosto del 1848, il padre è un imprenditore tessile di grande successo, dalle due mogli precedenti, morte per malattia, nascono tre bambini Alfred, che sceglie la via ecclesiastica, René che muore all’età di 25 anni e nel 1853 Martial che si lega a Gustave da uno stretto rapporto affettivo.


Autoritratto

Gustave nel 1870 si diploma nel campo giuridico, ma è nel 1872 che egli, durante un viaggio in Italia assieme al padre rimane particolarmente colpito dai colori del meridione dove conosce Giuseppe de Nittis, a Napoli dipinge almeno due dei suoi primi quadri.

L’anno dopo supera brillantemente il concorso di ammissione all’Ecole des Beaux-Art. Il 24 dicembre dell’anno successivo muore il padre che lascia all’intera famiglia un cospicuo patrimonio che garantisce a tutti una vita agiata.

E’ in quel periodo che conosce Edgar Degas e Claude Monet che lo introducono nell’ambiente degli impressionisti. Nel 1876 su invito di Renoir partecipa alla seconda mostra impressionista. Gustave espone otto opere tra cui due versioni dei "Raboteurs de parquets". Nei mesi successivi si consolida l’amicizia con Monet che lo aiuta a più riprese acquistando i suoi dipinti.

Caillebotte è ricordato non solo come artista, ma anche come mecenate: la sua ricchezza personale gli permette infatti di acquistare opere di impressionisti e di finanziarne la terza esposizione nel1877. L'anno dopo muore la madre all’età di59 anni, Gustave e Martial venendo a mancare l’unico legame con la casa in cui avevano vissuto con la famiglia, vendono la casa stessa e la tenuta di Yerres.


Giovane uomo alla finestra

Con il denaro ereditato e con il ricavo delle vendite immobiliari i due fratelli acquistano un appartamento e un terreno vicino alla Senna in Buolevard Haussmann, su questo terreno costruiscono una casa e un grande atelier, un giardino, una serra e un orto: è un piccolo paradiso nel quale Gustave trascorrerà il resto della sua vita. Come finanziatore e organizzatore partecipa alle esposizioni del 1879, 1880, 1882 e alla trasferta a New York nel 1885.

Tenta inutilmente di tenere unito il gruppo degli impressionisti ma le profonde lacerazioni e gelosie che dividono alcuni artisti rendono vano ogni tentativo.

Caillebotte muore a  Gennevilliers  il 21 febbraio del 1894 a soli 45 anni per congestione polmonare lascia incompiuto un quadro intitolato “Il giardino del Petit Gennevilliers”.

Camille Pissarro scrive: … ecco una persona che possiamo rimpiangere, è stato buono e generoso e, ciò che non guasta, un pittore di talento. E Claude Monet, dal canto suo: “… aveva tanti doni naturali quanto buoni sentimenti e, quando l'abbiamo perso, era appena all'inizio della sua carriera".

Nel testamento dona l’intera collezione di sua proprietà,sessantacinque dipinti suoi e dei più grandi impressionisti, allo stato francese a condizione che fossero esposti prima al Palazzo del Luxemburg di Parigi, il museo d’arte moderna di allora e poi al Louvre.

Il fratello Martial e Pierre-Auguste Renoir, esecutori testamentari, riuscirono in parte a superare l'opposizione dei pittori ufficiali dell'Accademia, che ottusamente pretesero di sceglierne alcuni e di scartarne altri: alla fine ne vennero accettati solo trentotto.

A seguire alcune opere di Caillebotte: 




Barche a vela ad Argenteuil (1888)

Boulevard des Italiens (1880)

Giardinieri (1875)

Giardino a Trouville

 Strada in salita

Il giardino delle Petit Gennevilliers in inverno (1894).

La pianura a Gennevilliers (1888)

Strada di Parigi in un giorno di pioggia.

Le Pont de l'Europe (1876)

Les orangers (1878)

Les Périssoires (1878)

Les raboteurs de parquets (1875)

Nude Lying on a Couch (1873)

Ritratti in campagna (1876)

Rose gialle in un vaso, 1882

Ville a Trouville (1884)

Vista dai tetti (effetto neve). (1878)