sabato 18 ottobre 2014

Uno scatto, per fare la storia. Stuart Franklin

“Alla fine di maggio del 1989, in viaggio verso Pechino, Stuart Franklin comprò un teleobiettivo catadiottrico all'aeroporto di Dubai. La sua agenzia, la Magnum, lo aveva spedito in fretta e furia a coprire le proteste di piazza Tiananmen. Qualche giorno più tardi, il 5 giugno, quell'obiettivo gli tornò assai utile quando si ritrovò a scattare dalle finestre del Beijing Hotel, insieme con il collega Charlie Cole, le foto che sarebbero diventate il simbolo della più vasta protesta nella storia della Cina comunista: quelle di un uomo solo che fronteggia a una colonna di carri armati T59 in Piazza Tienanmen.




 
 
Abbiamo chiesto a Franklin di raccontarci quegli storici eventi di cui fu testimone e di cosa significano per lui oggi.

ALEXA KEEFE:
L'immagine dell'uomo di fronte ai carri armati fu scattata il giorno dopo la massiccia reazione dell'esercito, durante la quale un numero imprecisato di manifestanti furono uccisi e feriti. Cosa provavi in quei momenti?

STUART  FRANKLIN:
Soprattutto un gran senso di impotenza. Quello che avrei davvero voluto fare sarebbe stato uscire dall'albergo e andare negli ospedali per avere le dimensioni di quello che era successo la sera prima. Il fatto di non poter lasciare l'albergo era estremamente frustrante. 
Nella mia mente avevo ancora le immagini incancellabili dei civili cechi davanti ai carri armati sovietici che entravano a Praga nel 1968. Ma io non ero lì davanti, stavo guardando da un balcone attraverso un potente teleobiettivo.
 
Quello che ha reso quell'immagine così celebre e simbolica non sono le mie capacità come fotografo, ma il filmato televisivo che fece il giro del mondo: quell'uomo stava quasi ballando davanti al mezzo corazzato, e fu questo a catturare l'immaginazione collettiva. La fotografia che io e pochi altri riuscimmo a scattare fu una specie di souvenir - una sorta di fermo immagine - di quel filmato.”

                                                                                        ( testo: National Geographic . it )
 

10 commenti:

  1. Caro Romualdo, che la dimentica quella foto!!!
    La storia ci insegna anche che non tutto è cambiato.
    Buon fine settimana caro amico.
    Tomaso

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    1. Carissimo Tomaso, una foto indimenticabile che purtroppo non ha prodotto il cambiamento sperato, ci dice che si possono fare molte cose, ma per ottenere i migliori risultati serve una grande forza di volontà e bisogna credere nelle proprie idee, sapendo che ci sarà sempre qualcuno che ci impedisce di raggiungere i nostri sogni.
      Buona domenica, a presto.

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  2. E' veramente forte ed emblematica l'immagine passata alla storia!
    La ricordiamo e ricordiamo quei momenti...e come dice Tomaso ..non tutto è cambiato.
    Ciao.

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    1. Ciao Arianna, momenti difficili che non hanno prodotto il risultato sperato, forse non era giunto il momento opportuno, e chissà che il cambiamento, pur sempre lentissimo, di quella nazione non sia iniziato proprio in quei giorni.
      Buon fine settimana, a presto.

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  3. Non conosco questa foto, mi dispiace. Ma so molto bene tutto quello che è accaduto in quei posti.
    C'è sempre un senso d'impotenza in questi casi, il fotografo inconsciamente o al contrario ha provato a scattare dei momenti, (chissà quante altre immagini possiede che non conosciamo), ed ha dato l'esatta idea di quello che stava succedendo, quindi in realtà ha fatto tanto.
    Romualdo ti ringrazio, perché mi hai fatto apprendere un'altro pezzettino di storia.
    Baci.

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    1. Ciao Pia, il tentativo da parte di studenti, operai e intellettuali di rovesciare, con proteste e insurrezioni di piazza, il regime comunista in Cina viene soffocata nel sangue, non si sa con precisione il numero delle vittime, per il governo cinese “alcune dozzine”, la CIA stima 400-800 vittime mentre per la Croce rossa i morti sono stati 2600 e più di 30.000 i feriti.
      Mi piace sperare, come ho detto nella risposta ad Arianna, che tutto questo sia servito anche solamente a smuovere le acque in un paese che impedisce anche le più elementari libertà personali. L’immagine di questo giovane disarmato davanti alla tirannia, ma che non arretra di un passo, resta comunque di grande speranza.
      Grazie Pia, buona domenica.

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  4. La ricordo questa immagine. Di una grandezza unica. Un uomo inerme di gran lunga più forte e più coraggioso di chi ha spinto altri uomini nei carri armati contro di lui. Non c'è tirannia che possa sopravvivere in eterno. Ce lo dice la Storia.

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    1. Ciao Ambra, nulla, come dici bene tu, è eterno, l'uomo che sfida il potere oppressivo meritava un cambiamento più repentino ma qualche cosa già allora si era mosso in attesa che maturino i tempi.
      Buona serata, a presto.

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  5. Risposte
    1. Ciao Costantino, immagini e momenti difficili da dimenticare, speriamo che anche altre persone non le dimentichino.
      Buona giornata.

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